La testimonianza di D’Egidio, consulente finanziario a Termoli e padre di quattro figli: “Bisogna mettere in conto tante rinunce, siamo grati ai nostri genitori”
TERMOLI – Poste Italiane celebra la Festa del Papà attraverso la testimonianza diretta di Italo D’Egidio, uno dei dieci papà dipendenti dell’Azienda in Molise che in questi ultimi mesi hanno usufruito delle misure previste nell’ambito delle politiche della famiglia, in particolare in materia di tutela e sostegno della genitorialità.
Trentasette anni, consulente finanziario nell’ufficio postale di via Madonna delle Grazie a Termoli, Italo D’Egidio è padre di ben quattro figli: Giorgio (8 anni), Sofia (6 anni), Samuele (4 anni) e Alessia (5 mesi). Di Ripabottoni, attualmente vive a Castellino del Biferno, paese di sua moglie Antonia, con la quale è sposato dal 2012.
Nel 2007 si è laureato in “Statistica e Informatica per le aziende” all’Università del Molise. Dopo le prime esperienze come operaio in una importante azienda automobilistica e per una catena di supermercati, nel 2010 è entrato in Poste Italiane, come operatore di sportello nell’ufficio postale di Termoli 1 (via Madonna delle Grazie) e un contratto inizialmente part time. Da Termoli a Santa Croce di Magliano, sempre nel ruolo nel 2013 è diventato consulente finanziario, prima a Casacalenda e poi a Campomarino. Nel 2015, il passaggio a full time e ad ottobre 2018, il ritorno nella sede di Termoli 1, questa volta da consulente.
Nel 2014 è arrivato Giorgio, il primo figlio, seguito a intervalli di due anni prima da Sofia e poi da Samuele. Lo scorso ottobre, infine, è arrivata Alessia. “Dopo la nascita di Alessia – racconta Italo – per la prima volta ho usufruito di alcuni giorni del congedo di paternità, sei per l’esattezza, che mi hanno permesso di staccare completamente dal lavoro e dedicarmi alla mia famiglia”.
Secondo quanto previsto dalla normativa attualmente in vigore, infatti, il congedo di paternità è fruibile entro il quinto mese di vita del bambino nella misura di dieci giorni di congedo obbligatorio, che possono essere goduti anche in via non continuativa, per gli eventi parto, adozione o affidamento avvenuti successivamente al 1° gennaio 2021. Il congedo parentale, invece, spetta ai genitori naturali, che siano in costanza di rapporto di lavoro, entro i primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo tra i due genitori non superiore a dieci mesi. I mesi salgono a 11 se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato di almeno tre mesi.
Nuove vite che inevitabilmente hanno significato alcune rinunce. “Per forza. Quando viene a mancare il tempo libero, perché quel tempo viene assorbito interamente dalla famiglia, a qualcosa devi rinunciare. Io ad esempio ho rinunciato al calcio. Per tantissimi anni ho giocato nella squadra del mio paese, il Ripabottoni. Ho smesso nel 2016, con la nascita di Sofia, ma già dopo la nascita di Giorgio ho dovuto ridurre gli allenamenti settimanali con la squadra, che da quattro erano passati a due, poi a uno e infine neanche quello”. Stop anche alle uscite con gli amici, ma non all’amicizia: “Come si può facilmente immaginare, muoverci in sei è molto complicato, così adesso il venerdì o il sabato vengono loro a casa nostra e facciamo prima!”.
Nell’Italia da anni all’ultimo posto in Europa sulla natalità, la famiglia di Italo rappresenta una rarissima eccezione: “Non abbiamo particolari segreti – continua Italo – ma sicuramente ci vogliono collaborazione e complicità. Ormai il padre deve fare tutto e anzi trovo giusto che ci sia una “parità” in casa e non siano soltanto le madri ad occuparsi della crescita dei figli. Nel nostro caso, certamente mia moglie stando a casa si dedica praticamente h24 e a 360 gradi a loro, ma io con orgoglio posso dire di fare la mia parte. Abbiamo però un grande aiuto: quello dei nonni, sia mia madre che è in pensione sia i miei suoceri che hanno un’attività. Ci danno tutti una mano preziosissima e siamo grati per tutto ciò che fanno per noi e per i nostri figli, che sono la loro gioia”.
Poste Italiane, oramai costantemente su posizioni di avanguardia sull’ampio terreno della responsabilità sociale d’impresa, nell’ambito della valorizzazione della genitorialità ha previsto in diverse situazioni un trattamento economico di miglior favore rispetto a quello indicato dalla legge. Ad esempio, alle mamme, ma anche ai papà che fruiscono del “congedo parentale” nei primi sei anni di vita del bambino, l’Azienda riconosce l’80% della retribuzione per i primi due mesi, invece del 30% previsto dalla legge.