“Celebrando Sant’Adamo rievochiamo i valori trasmessi dai modelli di società che hanno preceduto la nostra”
GUGLIONESI – “Sua Eccellenza, Don Stefano, Comitato di Sant’Adamo, Autorità civili e militari, care concittadine e cari concittadini, per la seconda volta in due anni, la sorte ha inteso assegnarmi l’ingrato compito di inaugurare la celebrazione del Santo Patrono nel momento in cui la nostra comunità versa in una condizione di emergenza. E se nel 2019 ero qui a complimentarmi con voi per la solidarietà espressa nei confronti dei concittadini colpiti direttamente dall’evento sismico, oggi, purtroppo, questa situazione difficile coinvolge tutti e, ahimè, è tuttora in corso.
Sapete fin troppo bene che la nostra vita e quella delle nostre famiglie ha subito stravolgimenti e, purtroppo, la festa patronale non fa eccezione. Tuttavia, l’impossibilità di festeggiare seguendo la tradizione rappresenta per la nostra comunità molto più di una semplice rinuncia.
Come si suole dire in questi casi, “la forma è contenuto”: la festa patronale viene celebrata seguendo un rito tradizionale, che consente alla nostra comunità di tenere vivo il legame di continuità col passato. Facendo ricorso ad una metafora, questa celebrazione è come uno specchio su cui la nostra comunità osserva la propria immagine riflessa.
La festa patronale è l’evento che meglio descrive la nostra identità, e l’identità è un patrimonio da salvaguardare. Festeggiare seguendo la tradizione ci consente di confrontarci con la nostra identità e di riaffermarla: l’abbiamo ereditata dai nostri avi e abbiamo il compito di preservarla per le future generazioni. Ma è importante festeggiare seguendo la forma tradizionale anche per un altro motivo. Oltre a raccontare chi siamo, nel significato più propriamente religioso, il rito dei festeggiamenti rappresenta la grammatica che abbiamo scelto per rivolgere a Sant’Adamo la richiesta di intercedere nei nostri confronti.
Mediante questo ampio preambolo sull’importanza della forma della celebrazione, ho inteso mettere in evidenza come il festeggiamento del Santo Patrono in questo 2020 rappresenti, purtroppo, un unicum assoluto. Non so quale mio predecessore abbia vissuto un’esperienza simile, costretto ad augurare ai propri concittadini di festeggiare sì, ma invitandoli a contenere le manifestazioni di gioia e, in ogni caso, a privarsi di gran parte degli elementi che caratterizzano la festività patronale.
Quest’anno le norme sul distanziamento sociale ci obbligano ad officiare il rito in tono minore, ponendoci in rapporto di discontinuità con la tradizione. Eppure, nonostante questa celebrazione avverrà in toni minori, sussistono buoni motivi per distogliere lo sguardo dalle ferite, in corso di guarigione, per rivolgerlo a quanto di positivo è accaduto. La festività odierna non è solo l’occasione, quest’anno particolarmente sentita, per invocare la protezione del Santo Patrono.
Nella veste di primo cittadino rappresenta, altresì, la prima occasione utile per complimentarmi nuovamente con l’intera collettività, dopo averlo già fatto nel post sisma del 2018. Il contegno tenuto da tutti in occasione dell’emergenza è stato a dir poco esemplare.
Nonostante che per l’intero periodo di confinamento il numeratore progressivo dei contagi sia rimasto praticamente fermo al palo, questa Comunità ha continuato, diligentemente, a seguire le misure restrittive. Per me, che rappresento la vostra guida amministrativa, questo aspetto è stato particolarmente degno di lode, perché siete andati al di là del semplice rispetto delle prescrizioni impartite. Data l’assenza pressoché totale di contagi, sarebbe stato facile, così come avvenuto altrove, incedere in comportamenti maggiormente licenziosi.
Considerato, inoltre, che le misure precauzionali sono notoriamente intese a salvaguardare l’integrità del prossimo, più della propria, sono stato ben felice di constatare come nella mia comunità anche un altro virus, che circola un po’ ovunque e da molto più tempo del coronavirus, è stato adeguatamente contenuto: il virus dell’egoismo. E così colgo l’occasione e vi ringrazio pubblicamente per avere, grazie al vostro comportamento disciplinato e informato allo spirito di solidarietà, salvaguardato l’incolumità pubblica, facilitando così il mio compito.
Ma qui, come già detto, celebrando Sant’Adamo rievochiamo i valori trasmessi dai modelli di società che hanno preceduto la nostra. Tra i valori che provengono dal passato, rappresentativi della nostra identità, c’è appunto la solidarietà. Pur essendo prerogativa della società contadina, quindi di un modello stravolto da questa modernità informata all’individualismo, la nostra comunità dimostra di conoscere ancora e saper mettere in pratica la virtù del “mettere in comune” e dell’adoperarsi per il prossimo. Inoltre, l’ho detto ieri durante il discorso letto in occasione della festa della Repubblica e lo ripeto anche oggi dinanzi a Sant’Adamo, ringrazio dal profondo del mio cuore tutti coloro che, rischiando la propria vita, hanno curato chi la vita ha rischiato di perderla e restando accanto, fino all’ultimo istante, a chi, invece, a causa del covid la vita l’ha persa; come pure il mio pensiero va all’arma dei Carabinieri e alla Polizia Municipale che si sono presi cura della nostra sicurezza; anche in questa occasione voglio esprimere tutta la mia più profonda gratitudine nei confronti della Protezione civile, della Caritas e del Banco Alimentare che, senza risparmiarsi mai un momento, hanno garantito assistenza e cura materiale nei confronti di famiglie in difficoltà.
Desidero anche ringraziare il Comitato Sant’Adamo, che, nonostante le difficoltà e le misure di contenimento, è riuscito ancora una volta ad organizzare in modo impeccabile la festa patronale. Ma un ringraziamento speciale lo debbo nei confronti del nostro parroco, Don Stefano, che ha iniziato il suo mandato nelle condizioni più difficili e che, come me seppure in un altro ambito, ha dovuto affrontare un emergenza senza precedenti.
Ma, sono convinto, che le grandi prove ci uniscono in un legame ancora più forte con la Comunità. Vi invito oggi ad andare al di là delle apparenze, che ci vedono separati per motivi contingenti. In realtà siamo vicini, e lo abbiamo ampiamente dimostrato, e proprio la strana celebrazione odierna ce lo fa notare per contrasto, costretti ad evitare quella vicinanza che è caratteristica di ogni aspetto della ordinaria celebrazione.
Probabilmente mai più ci renderemo conto di quanto sia importante la vicinanza, sia fisica che spirituale, come in occasione di questa festa. Vi auguro, dunque, che questa celebrazione, pur se in versione intimista, vi sia di buon auspicio.
Da ultimo voglio sottolineare che se ogni anno ci troviamo a celebrare i festeggiamenti in concomitanza con la festa della Repubblica, questa volta l’abbinamento assume un significato particolare, dato che l’emergenza la stiamo vivendo come evento che coinvolge la comunità paesana, ma anche nazionale.
Pertanto, il mio augurio è che la solidarietà che riusciamo ad esprimere qui, sia un sentimento capace di tenerci avvinti in quanto italiani.
Viva l’Italia! Viva Guglionesi! Viva Sant’Adamo!”. É il messaggio del sindaco di Guglionesi, Mario Bellotti in occasione della solennità patronale di S. Adamo Abate dello scorso 3 giugno 2020.