E’ difficile pensare a come ripartire, ma questi lunghi mesi ci hanno fatto capire che non si può tornare a come era prima, senza modificare alcune distorsioni che sono evidenti nella nostra organizzazione sociale. Ma le grandi crisi sono anche opportunità per migliorare il nostro Paese e il benessere delle famiglie italiane, a patto che si ripensino i pilastri portanti di un modello organizzativo già da prima non efficiente e che l’emergenza COVID sta comunque rimettendo in discussione.
A mio giudizio le donne devono essere in prima linea, protagoniste del cambiamento, a differenza di quanto accaduto sino ad ora, che sono state tenute ai margini. Le loro competenze sono un’opportunità di cui tenere conto. La ripresa sarà più rapida tanto più ci si saprà avvalere di solide competenze trascendendo il genere. Tanto più che in periodi di profondo ripensamento saranno preziose quelle soft skills che sono una riconosciuta caratteristica delle donne, quelle competenze trasversali fatte di flessibilità, adattabilità e capacità di interagire. Triste constatare come dal lontano 1908, anno in cui iniziarono le prime rivendicazioni di piazza femminili su temi quali: lo sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto che non era concesso, passando per le numerose lotte per l’affermazione dell’autonomia femminile, ancora si parla di rivendicazione della tutela di quegli stessi diritti costituzionalmente riconosciuti! L’augurio di un 1 maggio di ripartenza e di solidarietà rivolto ad uomini e donne, occupati/e e disoccupati/e, giovani e adulti, garantiti/e e non garantiti/e, italiani/e e non italiani/e. Nessuno escluso”.
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