Religione

Festività di San Francesco, il pensiero del sindaco Gravina

CAMPOBASSO – In occasione delle celebrazioni avvenute ieri sera, presso la chiesa del Sacro Cuore a Campobasso, per la festività di San Francesco d’Assisi, il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, è stato invitato a prendere parte alla celebrazione eucaristica e all’accensione della lampada votiva. Questo il pensiero espresso dal sindaco di Campobasso per l’occasione:

“Il messaggio di San Francesco d’Assisi, patrono della nostra nazione, è quanto di più attuale vi sia in termini di contenuti sociali e anche di visione comunitaria che esprime. Con l’esperienza della sua vita, il santo di Assisi, ha dimostrato la possibilità d’attuazione concreta di una Regola, quella francescana, che parte dal senso di appartenenza ad una comunità, una comunità aperta, estesa, che abbraccia e accoglie, esattamente ciò che è indispensabile mettere in pratica in una società moderna e civile, quale la nostra deve dimostrare di essere, per affrontare i bisogni dei singoli come quelli più generali di tutti.

Bisogni ed esigenze che il periodo emergenziale, dettato nostro malgrado dal Covid19, rendono più impellenti ed evidenti, soprattutto per coloro che vivono situazioni di disagio sociale già acclarate. A loro deve essere garantito un costante intervento solidale, affinché nessuno resti escluso dal cammino comune che deve condurci, insieme, verso il superamento di questa emergenza sanitaria e verso un tempo nuovo.

Le difficoltà che si frappongono tra ciò a cui dobbiamo aspirare e ciò che la realtà quotidiana ci propone, vanno affrontate ed accolte con consapevolezza, esattamente come lo spirito francescano dimostra di saper fare in giro per il mondo con l’azione determinata e convinta dei suoi frati che non si scoraggiano davanti alle ricostruzioni o alle imprevedibili ragioni della vita, ma che anzi si impegnano individualmente per rendere un servizio necessario ai più sfortunati, a chi ha avuto meno, a coloro che faticano a vedere con speranza il domani.

Quando pensiamo a San Francesco e al suo operato, alle sue azioni mai distaccate dalla meditata spinta spirituale, capiamo immediatamente, che dobbiamo spogliarci dagli abiti precostituiti, dagli incarichi, dai ruoli, e rapportarci con gli altri essendo semplicemente un altro.

Riaprirsi ai bisogni degli altri, soprattutto di chi ha più bisogno, in un’epoca e in un contesto storico e sociale come quello attuale, nel quale monta, invece, la paura verso gli altri, visti come usurpatori dei nostri beni e privilegi, è un impegno personale e collettivo a cui dobbiamo tendere, perché senza una reciproca solidarietà non si superano, oggi come sempre, le difficoltà straordinarie che ci devono trovare uniti e pronti a vivere, come comunità, le sfide proposte dal presente e dal futuro.

Serve che noi tutti ci spendiamo in prima persona per ogni altra persona e occorre farlo subito, senza altri indugi, per un bene ed un principio condiviso, comune, e del quale dobbiamo mostrare una reciproca e consapevole responsabilità con le nostre azioni, perché le intenzioni sono importanti, certo, ma i fatti, piccoli o grandi che siano, sono ciò che serve a generare i cambiamenti”.

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