Questa posizione è data commentando le notizie apparse in questi giorni sui quotidiani relative alla ripresa delle attività produttive non necessarie.
“In questo senso, anche dalle notizie negative che giungono da Roma in materia di rinnovo dei contratti nazionali, rinnovare i contratti scaduti rappresenta una opportunità strategica per affrontare con nuovi strumenti l’inedita fase che ci attende e i cambiamenti del modo di lavorare e di produrre. Non spetta a noi decidere ‘il quando’ si ripartirà, questa è una responsabilità del Governo, dei Comitati scientifici e tecnici dallo stesso definiti. La decisione è complessa e non riguarda solo come i lavoratori opereranno dentro i luoghi di lavoro ma anche come le persone raggiungeranno il luogo di lavoro, con quali mezzi e con quale sicurezza per la loro salute”.
“A me sembra questa una priorità, tra le tante decisioni, che il Governo sta tardando ad assumere. È almeno un decennio che come sindacato, rivendichiamo un maggior ruolo dei lavoratori nelle scelte strategiche delle Imprese, in attuazione di quanto previsto dalla nostra Carta Costituzionale. Mi permetto di invitare le Imprese a riflettere su questo aspetto, sul quale hanno sempre negato aperture negoziali, quando ci chiedono come in questo momento un ruolo che non spetta a noi”.
“Certo che sta a cuore anche a noi la ripresa delle attività produttive il prima possibile, perché attraverso essa passa il futuro del Paese ma la nostra responsabilità, al momento, si ferma qui. È il Governo che deve urgentemente decidere. E alle Imprese consiglierei di iniziare a pensare ad un nuovo modello di Relazioni Industriali che veda il ruolo dei lavoratori e dei loro rappresentanti in modo strategico per il futuro”.
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