CAMPOBASSO – Falsi contratti di lavoro, dai quali poi intascare la disoccupazione: è quello di cui sono accusati alcuni professionisti nell’ambito dell’operazione Naspi, eseguita questa mattina dai carabinieri in Molise e Abruzzo. Nei guai sono finiti due commercialisti di Venafro, uno di San Salvo (Chieti), un consulente legale di Trivento e due imprenditori di Trivento e Roccavivara, soci o amministratori di alcune delle società coinvolte. Secondo la procura di Campobasso, avrebbero messo in piedi una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di truffe aggravate ai danni dell’Inps.
Sono 53 le persone indagate: oltre ai professionisti, anche 45 lavoratori fittizi, un medico del lavoro e un responsabile di Caf. Sette invece le società convolte (4 in provincia di Campobasso, 3 in quella di Isernia) nell’operazione che ha portato al sequestro di denaro e beni immobili per un valore complessivo di 300mila euro. L’inchiesta è partita da una segnalazione della Direzione regionale dell’Inps che aveva riscontrato anomalie nelle pratiche di disoccupazione per una cinquantina di lavoratori dipendenti delle società, risultate poi coinvolte nelle indagini.
Come ricostruito dagli inquirenti, il meccanismo utilizzato prevedeva la costituzione di società fittizie, create appositamente per assumere e licenziare i finti dipendenti in favore dei quali veniva poi richiesta l’indennità assistenziale denominata Naspi. Gli indagati dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Inps, ma anche falsità ideologica e falsità materiale aggravata e continuata.