BONEFRO – Il Comune di Bonefro, in collaborazione con l’associazione ACF “Sei Torri” Tommaso Brasiliano e l’associazione Centro per la Fotografia Vivian Maier, organizza, Il 28 Luglio 2020, un appuntamento con la “Fotografia al femminile” nel chiostro dell’ex convento di Santa Maria delle Grazie a Bonefro alle ore 20:45. Evento inizialmente programmato in occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne, Domenica 8 marzo 2020, e rinviato per l’emergenza Covid. ingresso libero.
La serata verterà sulla presentazione di alcune delle fotografe che hanno lasciato il segno nella storia della fotografia. I soci delle due associazioni culturali campobassane si alterneranno e presenteranno al pubblico la storia e gli scatti più rappresentativi di fotografe che per stile, coraggio o sensibilità hanno scritto una pagina del grande racconto della fotografia. Alla fine delle presentazioni si aprirà un dibattito dove chiunque potrà intervenire.
L’evento si svolgerà nel rispetto della normativa volta a prevenire i contagi da Covid-19, con particolare riferimento agli obblighi di:
- indossare la mascherina nei luoghi chiusi aperti al pubblico e all’aperto quando non è possibile rispettare la distanza di almeno 1 metro con le persone; mantenere le distanze;
- non creare assembramenti; lavarsi spesso le mani.
Il Dpcm 14 luglio proroga al 31 luglio le misure già in vigore.
La storia della foto scelta per la locandina:
Definita l’icona della Grande Depressione, simbolo di un’intera epoca della storia americana, è l’immagine della Misera raccoglitrice di piselli di Nipomo, in California. Lo scatto magistrale, datato 1936, venne eseguito da Dorothea Lange. Meno nota è invece la donna ritratta, Florence Owens Thompson, celebre suo malgrado, perché la Lange non chiese mai il suo nome, né la sua storia, e per quarant’anni quel volto stanco e scavato dalla miseria fu solo una «donna di trentadue anni, madre di sette figli, raccoglitrice di piselli».
Questo finché la Associated Press non fece pubblicare una storia sullo scatto, suscitando l’ira della stessa Florence, che scrisse una lettera per esprimere il proprio disappunto per quell’immagine, affermando di sentirsi «sfruttata» da quel ritratto, dal quale peraltro non aveva ricavato un soldo. Le pieghe sul volto della madre mostrano la disperazione e la nostalgia, incarnano la sofferenza di un’intera nazione, ma rappresentano anche una madre che è ancora in grado di proteggere i suoi figli, nonostante tutto con grande dignità.