CAMPOBASSO – Mercoledì 27 dicembre, alle ore 17, nel Salone del Circolo Sannitico (Piazza Pepe) a Campobasso, vi sarà la presentazione del Viaggio nel Molise di Francesco Jovine (Cosmo Iannone edit.), nuova edizione ampliata a cura di Sebastiano Martelli (Università di Salerno). Intervengono: Pier Paolo Giannubilo, Norberto Lombardi, Antonella Presutti. Conclude: Sebastiano Martelli. Le letture del testo saranno di Carla Costa.
Martelli, a distanza di mezzo secolo dalla raccolta (a cura di Nicola Perrazzelli, 1967) degli articoli pubblicati da Jovine sul Molise nel 1941, la ripropone in un’attenta versione critica e in una diversa prospettiva, integrandola con gli articoli scritti dal maggiore scrittore molisano sulla sua terra d’origine dal 1942 alla fine della sua esistenza. Un “secondo viaggio” che offre un’immagine di una regione non solo memoriale e incantata ma aperta ai cambiamenti.
La riproposta di un classico joviniano come Viaggio in Molise, che Sebastiano Martelli ha compiuto per Cosmo Iannone editore, rappresenta un’operazione editoriale e critica necessaria e fortemente originale. Con essa, infatti, ritorna nel circuito della più ampia fruizione un riferimento amato dai molisani, soprattutto se lontani dalla propria terra, e ricercato da quanti cercano una guida e una chiave di conoscenza per una realtà ancora ombrosa e inedita come il Molise.
Nello stesso tempo, Martelli compie un profondo reinquadramento critico della raccolta che esattamente mezzo secolo fa Nicola Perrazzelli aveva intelligentemente realizzato degli articoli pubblicati da Jovine nel 1941 su «Il Giornale d’Italia», mettendone in luce il filo ispiratore, il particolare “senso” del Molise che Jovine avvertiva dopo un’assenza di tre anni all’estero («sento che dolcemente mi ritorna nel sangue il senso profondo del luogo, che la memoria si riapparenta egualmente ad odori, suoni, rumori») e segnalando, dunque, la peculiarità di quel ritorno.
«Quegli articoli – avverte Martelli – hanno in qualche modo fermato l’immagine joviniana del Molise alla dimensione dell’”incanto” memoriale della propria terra, che è di quel momento della sua esperienza artistica, umana e intellettuale ed è solo un segmento destinato a modificarsi in maniera anche radicale negli anni successivi. Essi fissano un’immagine del Molise da parte dell’autore legata al tempo della scrittura di Signora Ava: una regione disegnata e rappresentata tra memoria, mito e sguardo antropologico; manca l’altro Molise, quello che Jovine andrà rivedendo e disegnando a partire dalla caduta del Fascismo e ancor più nel dopoguerra».
Dopo il 1943 e soprattutto a partire dal 1948 Jovine curva la sua scrittura verso una attualizzazione della rappresentazione narrativa della condizione contadina e degli snodi storici del Mezzogiorno, interrogandosi su come e con quali panni quel mondo possa entrare in modo non subalterno nei tempi nuovi.
Martelli, inserendo in questa nuova edizione del Viaggio articoli pubblicati dopo il 1941, ha voluto rispondere proprio a questa possibilità di offrire ai lettori ritratti, impressioni, rappresentazioni di un Molise del secondo tempo che Jovine è andato riscrivendo all’interno di un discorso più generale sul Mezzogiorno. Senza dimenticare che in qualche caso alcuni di questi articoli sono legati anche a nuovi viaggi di Jovine nella terra d’origine. Sono articoli che, accostati a quelli del 1941, palesano vicinanza e distanza e consentono di avere un quadro più completo della visione che Jovine ha disegnato della sua regione fino agli ultimi giorni della sua esistenza.
In questo modo, si offre al lettore anche una successiva e altra visione e rappresentazione del Molise attraverso il recupero e la riproposta di articoli giornalistici pubblicati tra il 1942 e il 1950; insomma una sorta di “secondo viaggio” nel Molise che nella realtà è frutto di diversi viaggi di ritorno che Jovine compie in quegli anni nella sua terra d’origine,
Gli articoli di questo “secondo viaggio” praticamente raddoppiano la consistenza della prima raccolta, ma soprattutto offrono al lettore una immagine della regione non più soltanto memoriale e incantata ma molto più aperta – pur con evidenti contraddizioni – ai grandi cambiamenti che investono anche il Molise nell’immediato secondo dopoguerra.