Gaetano Scardocchia, un figlio del Molise mai caduto nell’oblio: premio e convegno

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TORINO – Atto finale per l’edizione 2018 del Premio internazionale di giornalismo “Gaetano Scardocchia” riservato alla stampa italiana all’estero. Anche per questa edizione la scelta della sede del premio è stata Ostana, suggestiva località in provincia di Cuneo. Ostana, piccolo centro ai piedi del Monviso, formato da tante borgate sparse e scarsamente abitate. Case e piloni votivi annegati in boschi di faggio, tetti in lose come la maggioranza degli insediamenti alpini del Piemonte, garruli ruscelli che scendono a valle ad arricchire il Po che, dalla sorgente di Pian del Re scende a valle verso Crissolo e Ostana, per poi allargarsi nella pianura di Torino. Il Monviso e le cime circostanti, Visolotto, Viso mozzo, Pic d’Asti la sovrastano e le fanno dono delle splendide vedute che cambiano a seconda delle stagioni. Un paesaggio magico!

Da Ostana, in direzione di Pian del Re, non è difficile incontrare greggi e mandrie che pascolano liberamente durante i mesi di primavera ed estate; ai primi freddi verranno riaccompagnate a valle, secondo usanze che si ripetono da anni: la transumanza. La discesa degli armenti dal Monviso viene accompagnata da feste locali dove la polenta, in tutte le sue varianti, la fa da regina. Un po’ come in Abruzzo e nel Molise, dove la transumanza si ripete da secoli, celebrata da pittori e poeti; non ultimo quel Gabriele d’Annunzio, a ragione chiamato il Vate, che si lascia prendere dalla nostalgia come solo lui sapeva fare: “Ah perché non son io con i miei pastori?”.

In questo scenario il 25 e 26 di agosto si sono incontrate tradizioni diverse: Piemonte, Abruzzo e Molise per ricordare Gaetano Scardocchia, un figlio del Molise mai caduto nell’oblio. Vale per lui una citazione di Isabel Allende: “la gente muore solo quando viene dimenticata”. Il Molise non lo ha dimenticato. Nel capoluogo molisano, Campobasso, lo ricordano una strada ed una scuola. Noi residenti all’estero lo ricordiamo con un riconoscimento annuale che premia un giornalista che si è distinto per l’amore per la verità, ma anche per la capacità di utilizzare i nuovi strumenti messi a disposizione dalla globalizzazione. Dal XVII secolo in poi, infatti, con la nascita delle prime gazzette, la comunicazione ha assunto sempre più caratteristiche transnazionali ed iperattive, con l’utilizzo massiccio di strumenti messi a disposizione dalla rete.

Tenendo presente le grandi trasformazioni nel mondo della comunicazione la Giuria ha scelto Letizia Airos (pseudonimo di Anna Letizia Soria) come vincitrice dell’edizione 2018 del premio. Giornalista, direttore responsabile e fondatore del network multimediale “i-Italy” di New York, Letizia Airos è nata a Roma, ha frequentato la Facoltà di Sociologia all’Università di Roma La Sapienza prima di trasferirsi all’estero, dove vive dall’età di 23 anni. Ha lavorato nel servizio stampa e negli uffici di Ambasciate e Consolati italiani, in particolare a Mosca, Boston e Newark. Dal 1993 vive e lavora negli Stati Uniti, dove collabora con diverse testate, sia italiane che statunitensi. Nel 2008 ha fondato a New York la testata inizialmente solo online i-Italy (www.i-Italy.org). Sotto la sua direzione i-Italy è cresciuta fino a divenire il più grande network multimediale in inglese dedicato all’Italia negli Stati Uniti. Il network comprende oggi un programma televisivo settimanale, in onda ogni domenica sul canale ufficiale della città di New York (NYC Life – Channel 25), una rivista bimestrale a stampa distribuita in 6 maggiori città americane (New York, Washington, Boston, Miami, Los Angeles, San Francisco), e un portale web, con un raggio d’azione molto ampio sui social media.

Al cuore del lavoro di Letizia si colloca la missione di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per presentare agli americani “italofili” una visione a 360 gradi dell’Italia, libera da stereotipi e luoghi comuni. È un impegno che la porta dunque anche a svolgere un attento lavoro di mediazione culturale. Tra i suoi libri ricordiamo “L’America da vicino, l’Italia da lontano” (Edizioni Scientifiche Italiane) e “Guido: Italian/American Youth and Identity Politics” (Bordighera Press) co-curato con Ottorino Cappelli. Autrice di numerosi servizi e reportage negli Stati Uniti, ha realizzato inchieste su temi cruciali legati all’emigrazione italiana, soprattutto sulle realtà giovanili. Come direttore ed executive producer dell’unità video-TV di i-Italy Network, ha prodotto e curato la regia di diversi corti, spot informativi e pubblicitari, e documentari sulla realtà italiana a New York e negli Stati Uniti. Tra questi una serie di documentari dedicata al rapporto tra le nuove e vecchie generazioni italo-americane intitolata “Nonni e Nipoti dell’America Italiana”. Letizia Airos è anche attiva nel campo delle attività di promozione e delle pubbliche relazioni per istituzioni, enti culturali e imprese italiane a New York. Il network si distingue particolarmente per il suo linguaggio innovativo, attento alle nuove generazioni sulle quali risulta molto penetrante. I principali giornali italiani hanno analizzato le performance del network, riferendone in servizi molto curati e con giudizi assai lusinghieri (Corriere della Sera, La Stampa, America Oggi, ed altri).

Ma la scelta di Ostana è servita anche per inserire il Premio Scardocchia nel tema più vasto della presenza italiana all’estero: il fenomeno dell’emigrazione ha interessato tutto il Paese, con sfaccettature diverse per le varie Regioni che hanno contribuito negli anni a ripopolare e qualificare molte aree di paesi lontani. Piero Bassetti, nel suo recente libro “Svegliamoci italici!” afferma: “Sono i 250 milioni di «italici», cioè italiani che vivono nel nostro territorio, emigrati all’estero, o persone innamorate dell’italianità”. Questi “italici” potrebbero rappresentare il sogno di scommettere sulla civilizzazione italica sostituendola al sorpassato “made in Italy”, utilizzando uno strumento potentissimo: il Web.

Sul tema del Convegno “Dalle Alpi alla Patagonia” sono intervenuti i relatori: dapprima il sindaco di Ostana, Giacomo Lombardo, un amministratore pubblico di successo che, con l’aiuto di una esigua pattuglia di volontari, promuove la crescita della sua comunità, utilizzando gli strumenti della rinascita urbanistica ma, soprattutto, della diffusione della cultura e del turismo. Il coordinatore del premio, Giuseppe Di Claudio, aprendo i lavori, ha ricordato che il fenomeno dell’emigrazione è un fatto culturale e sociale che si perde nella notte dei tempi. I popoli si spostano non solo per la ricerca di una vita migliore, ma anche e soprattutto per l’anelito di libertà, valore spesso sconosciuto in molte realtà del mondo. Gaetano Scardocchia, specie nelle sue corrispondenze dagli States, ha sempre messo in rilievo questo valore. Di lui scriveva Lorenzo Mondo: “Egli, figlio di un popolo di emigranti, con alle spalle un’infanzia vissuta nell’immediato dopoguerra con il ‘mito americano’, intellettuale liberale, è affascinato da questo paese, nel quale i giornalisti fanno il loro mestiere proprio nel modo che piace a lui, cioè con grande libertà ed autonomia”.

Il sindaco Lombardo ha così sintetizzato la sua missione a Ostana: “Ostana è passata dai 1300 abitanti del 1910 ad un minimo di 5 negli anni ‘80. Ora lentamente sta riguadagnando dignità, vita e…abitanti, grazie ad un lavoro costante che traduce in nuova economia i valori culturali del territorio attraverso iniziative e realizzazioni pubbliche coordinate e finalizzate al riequilibrio socio-territoriale dell’Alta Valle Po. Sviluppo locale sostenibile, valorizzazione del territorio nei diversi settori di un’economia completa che spazia dalla nuova agricoltura di montagna, alla lavorazione dei derivati, fino alla fornitura di servizi che esulano dal turismo in senso stretto. E tanta, tanta cultura. Ma tenendo anche presente, in un tempo che sembra aver smarrito i grandi valori, che la rinascita dei piccoli borghi prosciugati dall’emigrazione sono un esempio di recupero del senso di comunità, del rispetto della dignità umana e del senso stesso di umanità. Per questo abbiamo accolto e integrato ad Ostana, che ha una cinquantina di abitanti, sei giovani immigrati. Su questo progetto attivo di accoglienza abbiamo creduto ed investito, con buoni risultati”.

Gli ha fatto eco Andrea Di Lucente, giovane consigliere regionale del Molise, già sindaco di Vastogirardi, uno dei “borghi più belli d’Italia” nel Molise. Il rappresentante della Regione Molise ha ricordato gli sforzi della “più piccola Regione italiana” per salvaguardare le Radici, nonostante il continuo spopolamento a cui sono sottoposti alcuni settori del Molise montano. “Il Comune di Vastogirardi – confida Di Lucente – è impegnato per tenere viva la presenza di una scuola materna, dopo la scomparsa delle scuole di ogni ordine e grado… un’immigrazione regolata, ma soprattutto controllata, potrebbe dare nuovo ossigeno a piccole realtà locali oggi condannate all’abbandono. Il Molise continua ad avere stretti contatti con i molisani nel mondo assistendoli e promovendo sempre più stretti rapporti con la terra d’origine.”

Goffredo Palmerini, scrittore e giornalista insignito nel 2017 del Premio Scardocchia, ritorna sull’argomento, dopo un ampio excursus sull’emigrazione italiana, fenomeno ancora poco considerato dalla storiografia ufficiale e che, invece, dovrebbe finalmente farlo entrare in tutta la sua dimensione politica, economica e sociale per quanto esso ha rappresentato e rappresenta, dall’Unità d’Italia ad oggi, nella storia del Paese. Conoscere nel profondo l’emigrazione italiana, la più imponente diaspora subita da una nazione con quasi 30 milioni d’italiani emigrati in poco più d’un secolo, ci aiuterebbe oggi a meglio comprendere le odierne migrazioni. Altro aspetto importante dell’emigrazione italiana, un’altra Italia di 80 milioni d’oriundi, è il ruolo che potrebbe avere nel turismo di ritorno e delle “radici”, specie verso i piccoli borghi, dove alimenterebbe la sostenibilità e l’ospitalità alberghiera diffusa. Un fenomeno, questo, che si sta fortemente sviluppando attraverso la rete del Club dei Borghi più belli d’Italia, nel quale è inserito Ostana e molti paesi d’Abruzzo e del Molise. Oggi si cerca sempre più, in luogo dei circuiti turistici confezionati, la scoperta della “provincia” italiana, dove si rinvengono inaspettate meraviglie d’arte, tradizioni e antichi costumi, oltre ai sapori della cucina tipica. In questo campo ha una funzione rilevante la stampa italiana all’estero. Un esempio illuminante lo dà proprio Letizia Airos con l’eccellente network che dirige, molto seguito dai lettori americani, non solo di origine italiana.

Silvana Accossato, consigliere regionale del Piemonte, nel confermare la sua simpatia per il Premio Scardocchia e per la Regione Molise, ha rimarcato come “il fenomeno dell’emigrazione non è un problema di oggi; l’emigrazione piemontese che ha interessato tutte le province si perde nei secoli; movimenti di popolazione alla ricerca di “un posto al sole” si sono diretti in Francia, Argentina, Messico e Stati Uniti. Rispondendo ad una richiesta del coordinatore del dibattito, la consigliera Accossato ha assicurato che la Regione Piemonte promuove iniziative volte a rinsaldare i rapporti tra gli emigrati piemontesi e la loro terra d’origine, attraverso una legge che prevede contributi e interventi a favore degli emigrati di origine piemontese, alle loro famiglie (coniugi e figli) e ai frontalieri. La legge si pone l’intento di facilitare il rientro e il reinserimento in Piemonte degli emigrati, attraverso contributi per le spese di viaggio e di trasporto delle masserizie, per il rientro delle salme degli emigrati, e contributi per l’incentivazione alla creazione di attività produttive. Enrica Alberti, dell’Associazione Bouligar, ha posto l’accento sull’immigrazione a Ostana. L’amministrazione del piccolo comune (50 abitanti) ha accolto due famiglie di pakistani che, con la collaborazione di molti valligiani, si sono integrati e contribuiscono proficuamente alla crescita di Ostana.

Ha infine preso la parola la vincitrice del premio, Letizia Airos. Ringraziando la Giuria per il conferimento del premio, di cui si sente fortemente onorata anche per il prestigio che avvolge la compianta figura di Gaetano Scardocchia, una delle firme più autorevoli ed apprezzate del giornalismo internazionale, la Airos ha raccontato la sua esperienza giornalistica con il mondo dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti. Quindi ha accennato all’avventura editoriale del network i-Italy, diventato punto di riferimento nella comunicazione delle eccellenze italiane, dentro e fuori l’Italia. Ha poi parlato dei pregi e difetti della stampa italiana, in parallelo con la stampa americana, dov’è sempre netta la separazione dei fatti dalle opinioni, oltreché vive l’autonomia e la libertà, che ne fanno un po’ il modello nel mondo, sebbene negli ultimi anni sia progressivamente sotto attacco dal Potere. Infine, assai intrigata dal tema del turismo sostenibile e del recupero dei borghi nelle tre regioni – Piemonte, Molise e Abruzzo – ha dichiarato la sua disponibilità a far conoscere agli americani, attraverso il network i-Italy e con una mirata presentazione a New York, un auspicabile progetto integrato di promozione turistica, condiviso tra le tre regioni. Dopo il Convegno la consegna del Premio alla vincitrice, un’artistica targa di bronzo fusa dalla millenaria Fonderia Marinelli di Agnone, dalle mani del consigliere regionale Di Lucente. Il sindaco Lombardo ha invece consegnato a Letizia Airos la Medaglia del Presidente della Repubblica. Omaggi da parte delle Regioni Piemonte e Molise all’insignita e ai relatori intervenuti al Convegno, mentre al Rifugio La Galaberna sono state servite specialità enogastronomiche molisane e piemontesi. L’indomani, domenica 26 agosto, l’escursione sul Monviso e nelle incantevoli borgate di Ostana e dintorni. Appuntamento, dunque, al Premio “Gaetano Scardocchia” 2019.

A cura di Giuseppe Di Claudio