MONTAQUILA – Il Molise della biodiversità si pone al centro del Mondo e dona ad esso e tutti noi, non solo bellezze paesaggistiche e ambientali. La biodiversità vegetale garantisce onorabilità alle eccellenti e sapienti mani di operatori del settore enogastronomico e perfeziona le linee di sguardi lungimiranti e fuori dall’ordinarietà.
Armonizza i decisi sapori di una terra ancora da scoprire e determina condizioni di assoluta regalità in tema di prodotti artigianali che si pongono sul trono per lavorazione e dettami del tempo che fu. Non disdegnando un’attenta innovazione, tali succulenze, fanno riemergere all’ombra del palato, sapori di altri tempi, dalla contestualizzazione temporale che sposa, senza disdegno, canoni di nuove concezioni. Idilliache creature si pongono al cospetto del fruitore degustativo e l’apoteosi riduce gli amari che spesso e volentieri inducono la bocca a non rotear papille gustative.
Oggi non possiamo esimerci di accentrare l’attenzione su un artigiano dalla maestria antica che sforna delizie contornate di un’aureola di profumo che sa di Natale: i panettoni! Il panettone nasce meneghino ma dalla nebbia di Milano, dopo migrare, approda in quel di Montaquila. Si ferma sulla strada che porta sulle montagne delle Mainarde e si convince di entrare a far parte della famiglia Ricci, panificatori di un tempo che osservando utili cambiamenti, diventano una vera e propria fucina di prodotti lievitati. Pane, pizze, dolci, ma soprattutto panettoni.
Sperimentando novità nell’ottica del prodotto artigianale e territoriale ad ogni costo, fanno festa ogni giorno portando fuori dal laboratorio, la magnificenza del sapore. Prodotto di punta il panettone all’olio d’oliva, di quello buono, di quello che racconta il territorio e si fa promotore di bontà, di storia, di momenti di assoluta felicità. Ma la storia non termina con la certezza di essere artigiani, cantori di un territorio. Essa va avanti, non avvolge il nastro e nel panorama nazionale, si fa forte di premi, riconoscimenti e sottolineature d’autore. Il Gambero Rosso, oltre riviste specializzate e giurie d’esperti, autorevole nel campo dei prodotti d’eccellenza, famoso per ricerca e consapevole riservatezza, stila la classifica dei venti migliori panettoni d’Italia, esaltando la morbidezza, il doppio impasto, la fragranza dei prodotti, la masticabilità ma soprattutto l’assoluta genuinità, oltre la texture soffice, umida e fondente. “Fornai Ricci”, si aggiudica la palma condividendola con nomi d’arte ben più blasonati come Igino Massari, Francesco Ballico, Carmen Vecchione, allieva di Rolando Morandi, Renato Bosco. Dietro ai quali : Dolcemascolo, Olivieri 1882, Elisa Polvani e Gabriele Ciacci, Claudio Sandrin e Luca Scandaletti, Antonio Cera, Antonio Follador, Bruno Andreoletti. La giuria, di assoluto valore, sia per esperienza che per maestria e competenza: Marco Brioschi, chef di Gambero Rosso Academy; Maria Gabriella Ciofetta, assaggiatrice di olio; Salvo Leanza, pastry chef; Valeria Maffei, giornalista gastronomica; Mara Nocilla, redazione Gambero Rosso; Marzio Taccetti, redazione Gambero Rosso; Elvan Uysal, giornalista enogastronomica e assaggiatrice. Un vero prestigioso riconoscimento per gli artigiani molisani ma soprattutto per un territorio che sempre più esprime valore e biodiversità senza eguali.
Il Molise è la regione che sino a pochi anni orsono non riusciva a far convergere verso di sé le giuste sensazioni, le giuste attenzioni, le giuste commisurazioni. Oggi è all’attenzione dei più, per le sue eccellenze che riduttivamente sono determinate da uno o più prodotti, vista la grande mole di elementi che vibrano e fanno vibrare le emozioni che determinano pathos, conoscenza e soprattutto danno la possibilità a tanti artigiani del gusto, ricondotto ai dolci e lievitati quali: Gerry di Agnone, Priolo di Bojano, Papa da Monteroduni, Le Tre Cannelle di Venafro, D’Angelo di Bojano, Di Rienzo di Isernia, L’Abate Mazziotta da Agnone, Iannetta da Campobasso, per citarne alcuni, di sfornare quanto di eccellente una regione orfana di “Padre e Madre”, riesce a porre all’attenzione di chi del Molise conosce la sua inesistenza. Il Molise esiste ma non vuol continuare ad essere resistente poiché vuole far ciò che sa di poter fare: Volare!
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