La performance, che ha attraversato le sonorità potenti e le delicate sfumature delle arie più famose di Puccini, è stata l’occasione per immergersi nel mondo di emozioni intense delle opere del grande compositore, ma non è stato solo il virtuosismo degli artisti a definire questo concerto. La sintesi tra tecnica impeccabile e l’attenta analisi delle motivazioni dietro a determinate scelte stilistiche fatte da Puccini nello scrivere le sue opere, magistralmente raccontate da Lo Iacono, hanno coinvolto il pubblico in un ascolto diverso, nuovo, a tratti divertente.
Ecco dunque che l’opera lirica ha disvelato le quinte per far scoprire come alcune parti fossero state pensate e scritte dal compositore per determinati tenori o soprano, perfettamente adattate alle loro voci, a dimostrare che “la musica è sì ispirazione dal cielo, ma è un’ispirazione che diventa carne con i singoli cantanti, che sanno o non sanno, possono o non possono cantare determinate cose”. Altra interessante curiosità è stata scoprire come le arie di Puccini fossero volutamente brevi per poter essere incise nello spazio disponibile dei dischi della Voce del Padrone, a dimostrare come l’imprenditoria già allora condizionasse la vita dell’arte.
L’analisi di Lo Iacono si è quindi concentrata sulla primadonna e sul suo ruolo nelle opere pucciniane, e di come nel tempo si sia modificata adattandosi ai gusti e alle simpatie del pubblico. Ogni intervento del critico preparava il terreno per l’ingresso della soprano Braga, che con la sua voce, incredibilmente potente e delicata allo stesso tempo, ha interpretato Mimì da La Bohème, Liù da Turandot, Tosca, Madama Butterfly, accompagnata magistralmente al pianoforte da Gianluigi Daniele.
Questo concerto ha rappresentato non solo una dimostrazione di talento indiscutibile, ma anche un’ulteriore riflessione sulla continua evoluzione della musica lirica attraverso i tempi. Non c’è dubbio che il vero obiettivo della musica sia stato raggiunto: emozionare, sorprendere e trasportare il pubblico in un’esperienza fuori dal tempo, pur rimanendo sempre un terreno fertile per l’innovazione artistica, dove ogni nota è un atto di coraggio e creatività.
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