La sofferenza dei perseguitati, il dolore dei sopravvissuti, la fine senza alcuna pietà toccata in sorte alle vittime che uomini e regimi riservarono a intere popolazioni, non va nascosta agli occhi delle generazioni più giovani, non può finire in fondo ad un buco nero.
La memoria e il ricordo non ingoiano ogni cosa, anzi, al contrario, sorreggono la voglia e il desiderio di ottenere giustizia in nome di chi non c’è più.
Il Giorno del ricordo è un atto di giustizia che, solo dopo molti anni, è stato riconosciuto agli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia i quali, durante la Seconda Guerra Mondiale, furono vittime più che di una spietata e generalizzata rappresaglia, di una vera e propria pulizia etnica.
Le Foibe, che oggi siamo chiamati a ricordare, furono, in quegli anni, l’ultima destinazione riservata ad una popolazione inerme.
Alle profondità di questi grandi inghiottitoi della regione carsica e dell’Istria, sono stati affidati, per decenni e decenni, segreti e crimini rivolti contro il genere umano e chi ha provato ad evitare che la luce della verità e della storia ne illuminasse, invece, con chiarezza le responsabilità e le colpe, oggi deve arrendersi, ancora una volta, alla forza di chi da esule e da sopravvissuto, con la propria testimonianza personale, non si è arreso all’oblio, rivendicando con costante determinazione, il giusto ricordo da parte della nostra nazione e dell’intera umanità”.
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