“La principale azione del progetto – spiega la Consigliera di Parità – è quella di promuovere percorsi di “life skills education”; ovvero percorsi volti a valorizzare quel bagaglio di risorse e potenzialità che consente anche ai migranti coinvolti in processi di migrazione forzata di volgere in positivo le esperienze apprese, trasformandole in “competenze trasferibili in altri contesti e spendibili in opportunità occupazionali, di istruzione e/o formazione. Attraverso un percorso articolato in visite di studio, ricerca, mappatura di buone pratiche, formazione, sperimentazione e disseminazione, il progetto persegue l’accrescimento delle capacità di intervento di operatori pubblici, privati e del terzo settore di diverse regioni italiane a sostegno dell’inclusione socio-occupazionale delle donne migranti vulnerabili. Al termine del progetto è previsto che in ciascuna delle tre regioni/città interessate (Palermo, Roma, Campobasso) sia adottata almeno una delle prassi vincenti identificate in altri paesi UE.
Il progetto è volto a mettere in rete i diversi attori che, operano nei diversi ambiti dell’inclusione attiva dei cittadini dei paesi terzi, favorendo lo scambio di buone pratiche a livello territoriale, nazionale ed europeo. La creazione di sinergie con altri interventi finanziati con Fondi Nazionali o Europei costituisce dunque parte integrante del percorso progettuale. Tali sinergie saranno create valorizzando l’applicazione dei principi di “sussidiarietà verticale” e “orizzontale”, ovvero riconoscendo la legittimità dell’intervento nel campo sociale degli Enti Locali ed il ruolo e la progettualità di attori non-statali nella programmazione e realizzazione dei servizi, in un sistema di welfare misto.
Il progetto – prosegue Giuditta Lembo – focalizza l’attenzione sui percorsi alternativi di inclusione socio-economica di carattere innovativo, promossi dal basso, capaci di consentire il superamento degli ostacoli per l’integrazione in particolare per le donne migranti in condizioni di particolare vulnerabilità, vittime di violenza, abuso, sfruttamento, emarginazione o discriminazione. Il percorso di scambio ha come oggetto la condivisione di conoscenze, esperienze, procedure e pratiche, al fine di capitalizzare le prassi di intervento virtuose che, in altri Stati Membri, hanno consentito a soggetti pubblici, privati e del terzo settore di favorire sostenere l’integrazione socio-economica delle donne migranti. L’azione è stata identificata grazie al supporto organizzativo e metodologico di diverse organizzazioni, istituzioni ed enti impegnati a sostegno dell’inclusione attiva di donne migranti vulnerabili in cinque differenti Stati Membri (Austria, Spagna, Cipro, Belgio e Grecia) partner di progetto, alcuni dei quali presentano significative similitudini con il contesto italiano. Il progetto propone in particolare un percorso di rafforzamento delle capacità e competenze nel settore dell’integrazione rivolto a circa 425 individui adulti (60% donne e 40% uomini) tra operatori pubblici e privati impiegati nel territorio di Palermo e di Enna (Sicilia), nel territorio di Campobasso (Molise) e di Roma (Lazio).
Il gruppo include diverse tipologie di operatori:
“Questo progetto vuole essere un concreto intervento – precisa la Lembo – che vede anche il Molise proiettato in un contesto internazionale attraverso una progettualità condivisa con diversi Paesi e che fa sì che la nostra regione dialoghi con vari partner internazionali su temi importanti come quello soprattutto della vulnerabilità delle donne migranti e della importanza di un rafforzamento delle competenze di quanti si interfacciano con tale fenomeno. Progetti come questo – conclude Giuditta Lembo – che mettono in rete buone prassi europee intercettando risorse importanti mi convincono sempre di più che è stata una ottima idea quella di realizzare un corso in Europrogettazione, grazie alla collaborazione con la Provincia di Campobasso attraverso lo Sportello Europe Direct e Apeur (Associazione progettisti europei). Un corso che formerà futuri europrogettisti le cui professionalità diventeranno una risorsa per la nostra regione e contribuiranno ad intercettare fondi comunitari da investire nel nostro territorio offrendo anche lavoro a quanti di loro sceglieranno la progettazione comunitaria come attività professionale. Il mio impegno continuerà ad andare in questa direzione: provare a dare ai nostri giovani una possibilità e una speranza di restare a lavorare in Molise attraverso l’europrogettazione contribuendo, nello stesso tempo, allo sviluppo economico del nostro territorio”.
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