Infatti, così ci dice la signora Michela, lieta del premio assegnatole: “E’ vero. A parte d’estate quando da qui passano tantissimi turisti di ogni parte del mondo, il mio bar è frequentato tutto l’anno per lo più da persone affezionate o abitudinarie, soprattutto pescatori, portuali, camionisti, operai della vicina zona industriale, lavoratori in genere dei dintorni, compresa la vicina Capitaneria di Porto e il faro. Mi sento la mamma o la sorella di tutti e questo locale di periferia è l’unico punto di riferimento per almeno il raggio di un chilometro, aperto dalla mattina presto fino a sera tardi. E’ quasi tutta gente che lavora sodo, molti sono giovani o apprendisti, e verso tutti loro mi sento molto protettiva”.
“Mia madre – aggiunge Natascia che l’affianca spesso al banco – è riuscita a fare veramente una famiglia di questo bar. E una delle più grandi soddisfazioni è che, in gran parte, i clienti abituali sentono il bisogno di passare anche per un semplice saluto durante la giornata. In particolare, gli emigrati passano da qui a salutare sia al loro arrivo che alla partenza. E questo ci riempie il cuore di gioia perché significa che tutto ciò che facciamo viene percepito dai nostri amici-clienti o clienti-amici in maniera sincera e amorevole. Alcuni mandano cartoline o messaggi da ogni dove; altri telefonano, o comunque sentono di dover passare o di farsi sentire nei periodi di festa per dare gli auguri”.
E Domenico Lanciano, responsabile dell’Università delle Generazioni, afferma: “La signora Michela Ferri, classe 1959, può essere il simbolo di quell’Abruzzo “forte e gentile” conosciuto come tale in tutto il mondo. Infatti oltre alla gentilezza più autentica e spontanea, aggiunge la tenacia e la forza tipica di questo popolo. E la signora Ferri lo ha dimostrato specialmente quando nel 1995, dopo 15 anni di matrimonio, si è trovata a dover crescere da sola i suoi quattro figli, tutti ancora piccoli, riuscendo con il suo lavoro da stakanovista a dare loro un dignitoso futuro. Adesso è anche nonna di due nipotine”.
Dopo il lungo elenco delle motivazioni del Premio, nella pergamena c’è scritto: “Siamo fieri ed orgogliosi che ti fai onòre e ci fai onòre!”. E Domenico Lanciano conclude: “Sicuramente con questo Premio l’Università delle Generazioni vuole segnalare non soltanto un bell’esempio di donna e bella persona soprattutto per i giovani, ma dare anche una carezza ed un incoraggiamento a chi, come Michela Ferri, ha sempre lottato e lotta per una vita migliore per sé e per gli altri, con determinazione, coraggio e, appunto, tanta forza e gentilezza illuminata dal sorriso quotidiano, dalla sincera e materna accoglienza!”.
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