È, in sintesi, il progetto esposto nel libro I cammini di Sant’Egidio. Tra turismo religioso, pubblica amministrazione e cultura ecclesiale, scritto da Salvatore Puglisi, primo cittadino di Linguaglossa (Catania), e pubblicato da Historica / Giubilei Regnani nella collana Saggistica. Il volume è corredato dai saggi introduttivi di Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio di Catania; Matteo Cantori, docente di Storia dei rapporti tra Stato e Chiesa all’università “Niccolò Cusano” di Roma; Salvatore Castorina, Governatore della Confraternita di Sant’Egidio Abate di Linguaglossa; Fausto De Maria, sindaco di Latronico; don Roberto Fucile, direttore regionale per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport; Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio di Roma; e Manlio Messina, assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana.
Un progetto nuovo ma dal cuore antico. Nuovo, perché si inserisce in maniera positiva e propositiva nel contesto della ripresa dei viaggi e del turismo dopo lo stop imposto dalla pandemia, con un’offerta integrata e in linea con le rinate esigenze di spiritualità. Le radici affondano nell’antichità, nei pellegrinaggi medioevali sulle vie della fede, nelle radici millenarie del culto per l’Abate di Saint-Gilles e nelle tradizioni storiche dei territori che lo venerano come patrono.
Sant’Egidio, eremita del VII secolo, dalla natia Grecia si trasferì ad Arles (Francia), dove fondò un’abbazia. La sua figura di difensore dei deboli e degli oppressi in una società, come quella dell’Alto Medioevo caratterizzata dal privilegio e dalla sopraffazione, il rispetto per la natura e gli animali, ne fecero l’intercessore privilegiato per comunità piccole e insicure, nonché il patrono e protettore del bestiame, dei malati di lebbra e dei disabili. Il suo culto si diffuse in tutta Europa, dalla Francia all’Italia, dal Belgio all’Olanda. Si festeggia il 1º settembre.
Un filo sottile di leggende, devozione e fede popolare, accomuna nel suo nome luoghi distanti tra loro, sparsi da un capo all’altro dell’Italia: Verrès (Aosta), Rubiana e San Gillio (Torino), Cona / Pergolotte (Venezia), Cavezzo (Modena), Gambettola (Forlì Cesena), Monte San Savino (Arezzo), Avigliano Umbro (Terni), Staffolo (Ancona), Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), Civitaquana (Pescara), Caprarola, Cellere e Orte (Viterbo), Mompeo (Rieti), Camerata Nuova, Filacciano, Rocca di Cave e Tolfa (Roma), Terelle (Frosinone), Frosolone (Isernia), Grottolella e Melito Irpino (Avellino), Altavilla Silentina (Salerno), Latronico (Potenza) e Linguaglossa (Catania).
Da qui l’idea di valorizzare questo legame invisibile, creando un cammino di fede e un percorso di turismo religioso: un progetto di lungo respiro e dalla forte identità, capace di attrarre i fedeli del Santo (italiani e stranieri) in un itinerario a tappe, da percorrere anche a piedi o in bici, capace di offrire bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, ma anche suggestioni folkloristiche, ascetiche e spirituali.
Il progetto, come si racconta nel volume, è nato dall’unione di due differenti aspirazioni, religiosa e laica. La prima, in capo al sacerdote don Orazio Barbarino e alla Confraternita di Sant’Egidio Abate di Linguaglossa, promotori nel 2015 del gemellaggio tra la comunità etnea e quella francese di Saint-Gilles du Gard. L’altra avviata nel 2017 dal sindaco Puglisi, che ha creato una rete con i Comuni egidiani. Grazie al coinvolgimento della Comunità di Sant’Egidio di Roma, nel 2018 si è tenuto il primo incontro tra i rappresentanti dei Comuni. Nel 2019, nella Sala stampa della Camera dei Deputati, alla presenza del segretario generale della Comunità di Sant’Egidio, Cesare Zucconi, e di altre autorità è stato siglato un protocollo d’intesa per dare vita a una rete di condivisione sociale, culturale e religiosa e attuare iniziative tese a rafforzare le relazioni di amicizia e scambio tra le località coinvolte, creando un circuito virtuoso di iniziative religiose, turistiche, culturali e commerciali, in vista del 1300esimo anniversario della morte del Santo (2020). La pandemia ha poi costretto a cancellare o rimandare le attività in calendario, ma non ha fermato il percorso di aggregazione culminato il 7 marzo di quest’anno con la prima Conferenza dei Comuni egidiani a Linguaglossa, sotto il patrocinio della Conferenza Episcopale Siciliana. Nell’estate appena trascorsa gli scambi tra le comunità di Latronico e Linguaglossa hanno portato le rispettive comunità sui luoghi di culto egidiano, alla scoperta delle rispettive bellezze paesaggistiche e culturali.
Innumerevoli le ricadute del progetto, dal recupero alla valorizzazione di beni culturali ed ecclesiastici e al ripopolamento di borghi e piccoli comuni grazie alla maggiore attrattività economica, dall’implementazione della coesione sociale alla possibilità di creare una massa critica per attrarre fondi comunitari, senza calcolare le implicazioni di natura religiosa, spirituale e immateriale.
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