Ogni anno l’iniziativa dà voce ai detenuti italiani, offrendo loro la possibilità di esprimersi attraverso la scrittura e di raccontare emozioni, riflessioni e vissuti in un contesto di isolamento. Le lettere finaliste sono state scelte da una Giuria tecnica composta da scrittori di spicco del panorama narrativo italiano. Presieduti da Brunella Santoli, Camilla Baresani, Anna Giurickovic Dato, Giovanni Mancinone e Lorenzo Marone hanno letto con attenzione e partecipazione i numerosi lavori inviati.
La lettera vincitrice di questa ottava edizione è stata scritta da Ruggiero Vito S., ospite della Casa Circondariale di Palmi. Un testo toccante e profondo, in cui l’autore si rivolge a sé stesso cercando di ricucire legami tra il passato e il presente, tra il dentro e il fuori, in un contesto in cui la percezione dei sentimenti si trasforma radicalmente. La lettera, definita un “pianto barocco”, è una potente testimonianza di come la scrittura possa diventare un atto di riflessione e di speranza, una prova narrativa lirica che esplora l’animo umano in modo intimo e universale.
La seconda classificata è la lettera di Sebastiano M., detenuto nella Casa di Reclusione di Sulmona, che affronta il delicato tema della violenza di genere, offrendo un messaggio di riflessione e speranza. Scrivendo a un narcisista che non riesce a lasciar andare una relazione, l’autore invita il destinatario a riflettere sui pericoli del rancore e dell’odio, sollecitando una via di redenzione e di riconoscimento del valore di sé e dell’altro.
Segnalate dalla Giuria Tecnica anche le lettere di Luca B. e Gabriele F., entrambi ospiti della Casa circondariale di Campobasso. Con una scrittura pulita e secca, che a tratti ha il ritmo di una musica rap, Luca descrive la solitudine del carcere, un luogo dove si vive una costante separazione dal mondo esterno, ma dove è ancora possibile recuperare il proprio futuro e diventare una risorsa per la collettività. Gabriele firma una lettera struggente che racconta il dolore di chi, pur essendo stato perdonato, non riesce a perdonare se stesso, bloccato in un circolo vizioso di sofferenza interiore.
La Giuria Giovani, composta da Angelica Calabrese, Savio Dudiez, Vincenzo Pretori, Ilaria Siviero e Roberta Tanno, ha invece voluto segnalare la lettera scritta da Michele C., della Casa circondariale di Asti, che si distingue per il tono leggero e ironico, in cui l’autore descrive la sua nuova “casa”, la prigione, come se fosse un condominio dove si vive tra spazi e abitudini quotidiane, riflettendo sulla vera libertà che manca: quella del rispetto e della dignità.
Scrittodicuore, che dal 2023 è dedicato allo scrittore Pino Roveredo, tra i più importanti esponenti della letteratura italiana contemporanea, nonché membro storico della Giuria tecnica del premio, prematuramente scomparso, si conferma un progetto di grande valore umano e sociale, che attraverso la scrittura offre ai detenuti la possibilità di esplorare se stessi, di riflettere sulla propria condizione e di trovare una via di riscatto. Le lettere premiate e segnalate rappresentano testimonianze di coraggio e di riflessione, che continuano a emozionare e a stimolare il pubblico a riflettere su temi universali come il dolore, il perdono, la solitudine e la possibilità di cambiamento.
La cerimonia di premiazione dell’ottava edizione di Scrittodicuore come di consueto si svolgerà nella Casa circondariale di Campobasso.
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