Il Molise abbraccia l’Abruzzo costruendo ponti di Pace e Speranza

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presepe vivente

REGIONE – Di certo non occorre dividere le regioni per aggregare pezzi di territori e disgregare la speranza di poter essere ancora identitari, orgogliosi delle proprie radici e della propria autonomia, quest’ultima fonte di battaglie politiche e di necessarie condizioni di sviluppo che in tempi passati hanno condizionato la vita di centinaia di migliaia di molisani.

Sicuramente i tempi son diversi, come diverse le esigenze, ma continuare a produrre danni pensando scelleratamente (in senso strettamente politico) di continuare a farci male con personalismi e idee che riducono la politica alla scelta di non precise e definitive risoluzioni, non denota lungimiranza né partecipazione popolare, nonostante la raccolta di firme, seppur circa 5000, indotta da mal di pancia che di certo, come già dimostrato, non denota nessuna volontà regionale che comunque non può più aspettare soluzioni pur ben diverse.

Lo spirito e la volontà di essere partecipi al futuro delle genti restanti è di fatto già conclamata con azioni dal basso che consentono vicinanza, solidarietà, perequazione, e di certo pongono riflessioni e volontà convergenti scevre da campanilismi e da sacchi pieni di riscatto per pura voglia di tornare a sognare di assurgersi a Don Chisciotte o ai quattro moschettieri.

Nel rispetto delle idee il dialogo va consolidato e cancellata l’autoreferenzialità che decisamente costringe a non distinguere il bene dal male. Questa politica, per fortuna, non attiene a chi della perequazione e dell’associativismo né fan unica bandiera che, come sempre, unisce territori e distingue i concetti culturali e identitari, mai autoreferenziali o autoritariamente inconsapevoli della forza dettata dall’essere partecipativi ai risultati positivi e vincenti degli altri.

Questo lo spirito che Padre Pio, oggi San Pio, acquisì a esempio da Padre Raffaele nel volerlo esempio di virtù e speranza. Così il Presepe più longevo d’Italia, quello abruzzese di Rivisondoli diventa l’emblema più lampante d’unità di intenti, di perequazione, di alternanza positiva alla dormienza culturale e aggregativa.

Nell’esemplificare il concetto basterebbero le parole di San Pio che da Sant’Elia a Pianisi fece sentire le sue parole: “Prega per me per la provincia monastica affinché lo spirito tuo e quello del Serafico Padre San Francesco risplendano sempre più nei singoli suoi figli”.

Parole dettate dalla speranza che solo i Presepi possono veicolare nell’infondere nuova vita che oggi, anno Giubilare proprio nel segno della speranza, è indicata quale unico viatico per un cammino che, pur non senza difficoltà, viene rappresentato dal Bambinello nella Culla. L’apertura al coinvolgendo di Pastori e greggi, trasferirà senza dubbio, la ricerca della buona e nuova novella.

Questo ascrive la forza delle comunità restanti, che lottano contro la dimenticanza, lo spopolamento e il conservare tradizioni e identità. Per questo la comunità di Sant’Elia a Pianisi, rappresentata dalla folta delegazione a cura della Proloco Planisina, ha inteso partecipare alla 74^ edizione del Presepe Vivente di Rivisondoli con una parte della rievocazione storica che attiene proprio Padre Raffaele, in odore di divenir Santo. Il viaggio verso la capanna è stato condiviso con il gruppo della Compagnia del Pescara di Spoltore. Un cammino verso una nuova concezione di partecipazione che ha offerto visibilità al Molise e reso il gemellaggio con Rivisondoli sempre più forte, sempre all’insegna della fedeltà delle tradizioni devozionali.

La storia si scrive partecipando all’unità non con progetti che disgregano e fintamente pongono soluzioni spesso e volentieri dettate dall’odio verso qualcuno o qualcosa. L’essere disponibile alla condivisione è un dono e altri doni sono arrivati dal Molise verso l’Abruzzo. Infatti San Giuseppe è stato interpretato da Agostino Iannelli, consigliere comunale, ufficiale della Polizia Municipale oggi in pensione. Altre due figure importanti, quali San Francesco e il fabbro sono state interpretate da due giovani molisani Mario Bordi e Michele del Zingaro rispettivamente da Sant’Elia e Matrice.

Oltre 10.000 persone hanno assiepato la piana di Rivisondoli per attribuire il giusto e lungo applauso a un presepe vivente che fonda le radici nei cuori di chi crede che la Pace la si possa ancora costruire dal basso e non urlando verità che se non zittite, muteranno le strade verso il Paradiso sprofondando sempre più nell’idiozia della potenza economica a tutti i costi.