Lavoro

In Molise il rischio di mortalità più elevato rispetto alla popolazione lavorativa

CAMPOBASSO – Il rischio di mortalità più elevato rispetto alla popolazione lavorativa viene registrato in Molise, con un indice di 85,8, vale a dire quasi tre volte l’indice medio nazionale (31,5). È quanto emerge dall’ultima indagine sulle morti bianche in Italia a cura dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

Il maggior numero di infortuni mortali verificatisi esclusivamente in occasione di lavoro in Italia viene registrato in Lombardia (110). Seguono Lazio (69), Piemonte (66), Emilia Romagna (65), Campania (59), Sicilia (53), Veneto (52), Puglia (46), Toscana (44), Trentino Alto Adige (25), Marche (23), Abruzzo (20), Calabria (19), Liguria (15), Basilicata e Sardegna (14), Friuli Venezia Giulia (13), Umbria e Molise (9), Valle D’Aosta (1).

La regione in cui si muore di più in Italia è la Lombardia, con 154 decessi totali, seguita da Emilia Romagna (96), Lazio (91), Veneto (87), Piemonte (86), Campania (77), Sicilia (76), Toscana (65), Puglia (59), Marche (31), Trentino Alto Adige (29), Abruzzo e Calabria (26), Liguria (20), Sardegna (18), Friuli Venezia Giulia (16), Umbria (15), Basilicata (14), Molise (10), Valle D’Aosta (1).

Più in generale, sono ben 997 le vittime sul lavoro del 2019: questo il luttuoso bilancio da gennaio a novembre.

Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro, sottolinea così l’emergenza rilevata dal proprio team di esperti: “È una strage che, purtroppo, rimane ancora silenziosa, nonostante la cronaca tratti quotidianamente gli infortuni mortali che si verificano nei luoghi di lavoro da Nord a Sud del Paese. Eppure stiamo parlando di un grave, gravissimo eccidio, di quasi 1000 morti sul lavoro. Incredibile trovarsi alla conclusione di ogni anno a parlare di tanti, troppi, infortuni mortali”.

E mentre gli infortuni in itinere sono in diminuzione rispetto al 2018 (-17%) – a testimonianza di una maggiore sensibilità sul fronte della sicurezza stradale – a rimanere pressoché stabili (anzi con un lieve incremento dell’1%), sono invece gli infortuni mortali che si verificano sul luogo di lavoro: “Un dato, questo – sottolinea Ing. Rossato – che evidenzia una palese carenza nel rispetto della disciplina relativa alla sicurezza sul lavoro”.

A confermarlo, come sempre del resto, ci sono i numeri dei primi undici mesi dell’anno: sono infatti 726 le vittime rilevate in occasione di lavoro (erano 720 nel 2018).

Le donne che hanno perso la vita nel 2019 sono 85 (44 in occasione di lavoro). Gli stranieri deceduti da gennaio ad ottobre 2019 sono 184 (129 dei quali in occasione di lavoro).

La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali in occasione di lavoro è Roma (47 decessi), seguita da Brescia (26), Milano (25), Napoli (24), Torino (23), Foggia (17), Firenze (16), Bologna, Bolzano e Cuneo (15).

A mietere più vittime in occasione di lavoro sono il settore delle Attività Manifatturiere (107) e quello delle Costruzioni (con 103 decessi). Seguono Trasporto e Magazzinaggio (77) e Commercio, Riparazione di Autoveicoli e Motocicli con 43 casi.

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro totali è tra i 50 e i 59 anni (339 su 997).

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