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Inaugurazione della “Rampa don Di Massa” a Isernia [FOTO]

ISERNIA – Questa mattina c’è stato lo scoprimento della targa di intitolazione della «Rampa don Di Massa», che collega Via Ermanno d’Apollonio con Via Giuseppe Mazzini. Presenti il sindaco Giacomo d’Apollonio, il vescovo Camillo Cibotti, il vicesindaco e assessore alla toponomastica Cesare Pietrangelo, l’assessore alla cultura Eugenio Kniahynicki, il salesiano Don Luigi Tommasone, il presidente delle Commissione comunale per la toponomastica Pasquale Damiani nonché una rappresentanza della stessa Commissione e dei cittadini promotori della petizione con cui fu chiesta l’intitolazione.

Il sindaco d’Apollonio, il presidente Damiani e Don Tommasone hanno ricordato la figura di Giuseppe Di Massa, che fu religioso salesiano ed educatore di molti giovani della nostra città negli anni Sessanta. Gli isernini che hanno avuto la fortuna di conoscere Don Di Massa, ricorderanno sempre con infinito affetto i suoi insegnamenti di vita.

Don Giuseppe Di Massa nacque a Gragnano (Napoli) il 22 febbraio 1922. Catechista ed animatore, visse con intensità di ardore il suo apostolato, consacrandosi al Signore nel 1941 e passando quattro anni di tirocinio nell’Oratorio di Napoli Via Nuova, un periodo indubbiamente significativo per la sua formazione, a contatto con i ragazzi più abbandonati, in un rione povero della città, in ambienti altrettanto poveri. Furono gli anni che determinarono la sua vera vocazione sacerdotale. Visse con intensità di ardore il suo apostolato, una volta ordinato sacerdote a Messina nel 1951, attraverso le varie “Case”, lasciando i segni della sua presenza viva e della sua dedizione ai giovani dell’Oratorio a cui donava il meglio di sé e delle sue energie, senza nessun risparmio.

Fu, così, negli Oratori di Campobasso, Lecce, Brindisi, Salerno, Isernia, Portici e Castellammare di Stabia. Era un animatore nato, un suscitatore di iniziative e di movimenti, ricco di entusiasmo e di zelo sacerdotale, un trascinatore di masse giovanili, da cui era affascinato e che riusciva, non di rado, ad elettrizzare nei più svariati ambienti. Il suo ideale, veramente, nella realtà vissuta di tutta la sua vita e dei suoi pensieri, erano i giovani, e ad essi si dedicava, sicuro di agire per il bene.

Fece suo un motto di Papa Pio XII che ripeteva spesso ai suoi confratelli, con pudore ed orgoglio insieme: «I giovani sono la pupilla dei miei occhi». In tutta questa forza di azione e di pienezza di attività, non trascurava il senso religioso e sacerdotale, a cui teneva intimamente e con dichiarata fede. E anche qui era il segreto della sua azione di “animatore”. Era disponibile e generoso nel darsi, e riusciva ad ottenere altrettanta generosità di risposta entusiasmando ma anche seguendo e preparando i ragazzi, di cui conosceva psicologia e moti segreti, che intuiva con doti di preparazione e di intelligenza nativa, sforzandosi anche di aggiornarsi, di essere al corrente, di adattarsi alla mentalità dei ragazzi, il che gli costava anche sacrificio, dato il suo temperamento forte, ardente, spiccatamente personale, che amava lasciare un’impronta di sé in ogni suo operato, preferendo anche di fare da solo pur di non venir meno al proprio stile di vita e di lavoro. Il Signore, ha voluto chiamarlo nella pienezza della sua vita, fermandone le energie e riservandole a sé, il giorno 23 ottobre 1978, all’età di 56 anni, dopo un tormentato periodo di malattia nella clinica “Stabia” di Castellammare.

Foto tratte dalla pagina ufficiale del Comune di Isernia

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