Quello corrente rappresenta dunque un anno record in termini di controlli sul territorio, in una prospettiva di un sempre crescente impegno del personale dell’Arma della linea forestale a tutela del territorio ed in particolare delle aree montane e rurali e di vigilanza e controllo ai fini della conservazione del patrimonio forestale.
I risultati sono stati raggiunti grazie all’intensificazione dei controlli sul territorio con la capillare presenza dei Carabinieri Forestali, che ha permesso di assicurare alla Giustizia i responsabili di pratiche illecite, nonché alla tempestiva collaborazione dei militari del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo (N.I.A.B.), preposti all’attività d’indagine in materia. Detto nucleo ha il compito di intervenire immediatamente sul luogo dell’evento, avvalendosi dei propri repertatori, per effettuare un’attività di ricognizione dell’area percorsa dal fuoco e risalire, attraverso il sistema investigativo noto con M.E.F. (Metodo delle Evidenze Fisiche), al punto di innesco.
Gli incendiari denunciati sono 18, pari al doppio rispetto all’anno precedente, di cui 10 in Abruzzo e 8 nel Molise. Dai dati raccolti si evidenzia che la maggior parte degli incendi è di natura colposa ed è riconducibile a pratiche agricole ed agronomiche che comprendono la bruciatura di potature e di residui vegetali derivanti da attività agricole, la ripulitura di terreni incolti e la combustione di rifiuti di vario genere, fino ai casi di accensione di fuochi per la cottura di salsa di pomodoro ad uso familiare e alla combustione per affumicare le api durante le ispezioni in apiario.
I danni prodotti dagli incendi sono incalcolabili e vanno dal deterioramento del suolo, dissesto idrogeologico, scomparsa di biodiversità, distruzione della fauna e degrado ecologico, alla perdita di produzioni legnose e non, all’inquinamento da fumi, fino a portare a numerosi danni sull’economia locale dovuti alla perdita del turismo.
Tutti i responsabili dovranno rispondere di reato di incendio o di incendio boschivo ai sensi degli artt. 423 e 423 bis Codice penale con pesanti pene che vanno da uno a cinque anni, nel caso di reato colposo, mentre nel caso di reato di incendio doloso sono comprese tra i tre e i sette anni. È di tutta evidenza l’importanza strategica della diffusa e capillare azione di prevenzione e controllo attuata nel territorio regionale dai Carabinieri Forestali, al fine di reprimere comportamenti sbagliati o, nei casi più gravi, i fenomeni criminosi in grado di produrre danni irreparabili alle risorse ambientali.
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