CAMPOBASSO – Mercoledì 7 giugno ore 18.30– Sala Alphaville – via Muricchio – Campobasso “Passeggiate letterarie a Firenze” in compagnia dell’ultima principessa Medici – Ed. Mandragora, incontro con Marialuisa Bianchi in dialogo con Mino Dentizzi.
Anna Maria Luisa de’ Medici, anche nota come “Elettrice Palatina”, racconta la storia di Firenze. È stata l’ultima rappresentante della dinastia dei Medici, unica figlia femmina del granduca di Toscana Cosimo III e della principessa Margherita Luisa d’Orléans, imparentata col Re Sole. Nel 1737 fece redigere la cosiddetta “Convenzione”, più famosa come il “Patto di famiglia”, un contratto che sancì il passaggio allo Stato toscano della vastissima collezione artistica che apparteneva ai Medici da secoli. È dunque a lei che dobbiamo il privilegio di poter ammirare i tanti tesori d’arte collezionati dalla dinastia medicea, a lei che dobbiamo la grazia riservata alla città di Firenze d’essere risparmiata dalla triste spoliazione di capolavori che investì tanti altri centri di cultura del Rinascimento italiano. Dopo la morte del marito Giovanni Guglielmo, elettore del Palatinato, Anna Maria Luisa ritornò a Firenze, dove visse fino alla fine della sua vita. L’autrice Marialuisa Bianchi, storica di formazione e autrice di romanzi storici ambientati nel Rinascimento, si immedesima nell’omonima Elettrice raccontandoci la storia della Firenze medicea dalle origini fino al Seicento.
Il volume, attestandosi su un tono tra la confessione e la narrazione in prima persona, guida il lettore attraverso i luoghi e gli angoli più inediti della città, come se a condurlo fossero proprio gli occhi dell’Elettrice. Un libro dal punto di vista inaspettato e originale, quello della coraggiosa donna con cui si è coronata la vita di una delle famiglie più rinomate al mondo. Anna Maria Luisa, figura straordinaria che con il “patto di famiglia” nel 1737 vincolò tutti i possedimenti medicei alla città, mostrando una lungimiranza grandiosa. Una donna colta, amante dell’arte, della musica, attenta al rispetto dei valori, generosa. A giudizio dei contemporanei, forse un po’ distante e fredda. Una donna che ha saputo mantenere il decoro e la regalità della sua famiglia a dispetto di quanto accadeva a suo fratello Gian Gastone. L’autrice ha cercato di cogliere le difficoltà nel rapporto con la madre che abbandonò il marito e i figli quando erano molto piccoli. Anna Maria Luisa figlia di Cosimo III de’ Medici e di Margherita-Luisa d’Orléans, nacque a Firenze l’11 agosto1667, nel 1691 ebbe il titolo di altezza reale, senza terre. Anna Maria Luisa divenne una nota mecenate di musicisti e autori di teatro, dando lustro e rinomanza alla corte del Palatinato. L’elettrice dalla Germania si portò dietro quadri della scuola tedesca e fiamminga, questo denota uno spirito artistico e lungimirante. Una donna saggia e generosa e noi ascoltiamo dalla voce e dal cuore di chi si è a lungo preparato in vista di un percorso storico e artistico. Solo la conoscenza del nostro patrimonio ha permesso e permetterà la sua manutenzione e salvaguardia. Siamo di fronte a una persona di rango, ultima discendente di un’antica famiglia di mecenati, famosi in tutto il mondo. La principessa, consapevole del suo ruolo, ma anche del lento e inesorabile declino di Firenze e della sua famiglia ha cercato di dare una svolta importante e ha pensato al futuro della città. Ha fatto del bene non solo durante la sua vita, ma è stata accorta. Ha capito che i grandi tesori d’arte della sua famiglia sarebbero andati persi, le collezioni smembrate e vendute. L’autrice ha immaginato che proprio lo studio della storia attraverso i manoscritti della Biblioteca laurenziana e le costanti visite ai monumenti, (accompagnata dalla fida Maria, la cameriera personale con cui interloquisce,) le abbiano fatto maturare questa decisione. Così ha portato a compimento quella scelta, che non sarà stata facile da far accettare ai Lorena, con saggezza e determinazione perché sostenuta dalla consapevolezza del valore dell’arte per la città di Firenze per l’Italia.
Di corporatura sottile, volto regolare con grandi occhi rotondi, sporgenti. Stava sulle sue con aria greve e principesca ma con i familiari scherzava spesso ed era affettuosa. Ho cercato di appigliarmi ad alcuni dettagli che mi avevano incuriosita e ho provato a raccontare cosa si nascondesse dietro la “principessa”, vedere la donna che non ha avuto figli, in una famiglia senza eredi e con un peso enorme. Cosa poteva fare una donna intelligente, colta e generosa? Ha cercato di tutelare la città, vincolando i beni per evitarne la dispersione. Le condizioni storiche cambiano ma le persone restano nei loro aspetti positivi e negativi, come ci insegna Machiavelli e al di là della distanza temporale e sociale, l’autrice si è messa nei suoi panni osservando le vicende con gli occhi di lei. E proprio lo studio della storia e la visita ai principali monumenti, grandiosi, incommensurabili, la porti a considerare come unica salvezza il patto di famiglia. “con questo patto, mi sono acquietata. Ho pensato ai miei sudditi, anche se non mi hanno mai amata quanto avrei desiderato, rimproverandomi la mancata discendenza. Ma ho disposto per loro pur sempre un grande lascito. E questa eredità è come una figlia che affido in fasce ai fiorentini perché la allevino e la custodiscano e Firenze rinasca dai giorni bui. Spero che ne abbiano cura.” Eppure, questa figura straordinaria non è sufficientemente considerata, da poco sti sta mettendo attenzione su di Lei, con studi e pubblicazioni e una nuova statua collocata agli Uffizi, luogo che maggiormente le dovrebbe tributare onori, perché senza la sua donazione, oggi non esisterebbe uno dei musei più importanti al mondo.
Nell’atto l’Elettrice nominò Francesco di Lorena suo erede universale con l’obbligo però di conservare in Firenze il patrimonio della casa dei Medici “per l’ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”. Nulla doveva essere “trasportato e levato fuori dalla capitale e dalla Stato del Granducato”. Il gesto magnifico dell’ultima Medici, forse ispirato dal cardinale Leopoldo, non ha riscontro. Con questo patto Anna Maria Luisa permise che Firenze non perdesse nessuna opera d’arte e che non subisse la sorte di Ferrara, di Urbino, di Mantova o di Parma, che all’estinzione o all’allontanarsi delle loro casate regnanti erano state letteralmente svuotate dei tesori artistici e culturali, in un ambito soprattutto continuò, regalmente, nel segno dei suoi avi: collezionò opere d’arte, assegnò una definitiva sistemazione alle Tombe Medicee, fece costruire il campanile della basilica di San Lorenzo. Così sosteneva l’architetto Adolfo Coppedè che in data 21 agosto 1945, per sopperire a questa mancanza, mise a disposizione del sindaco di Firenze la somma di lire 120.000, perché fosse indetto un concorso per l’esecuzione del modello di un monumento da erigersi alla memoria di Anna Maria Ludovica de’ Medici. La città di Firenze le ha dedicato una mostra dal titolo “La principessa saggia. L’eredità di Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina, (Palazzo Pitti; 23 dicembre 2006-15 aprile 2007). In questa occasione è stato pubblicato per la prima volta l’intero testo del Patto di Famiglia. Ma molto andrebbe ancora fatto per darle il peso che merita nella storia di Firenze e dell’arte italiana. È stata inaugurata l’8 aprile a Firenze la mostra dal titolo “Arte e politica. L’Elettrice Palatina e l’ultima stagione della committenza medicea in San Lorenzo” allestita Museo delle Cappelle Medicee di Firenze. Esposti quadri, oggetti del corredo funebre, statue dedicata all’ultima appresentante della casata fiorentina.
CHI E’ MARIALUISA BIANCHI
Molisana d’origine, si è laureata in storia medievale a Firenze, dove vive. Ha insegnato Italiano e Storia nelle scuole superiori. Ha appena pubblicato per i tipi di Mandragora Storia di Firenze. La preziosa eredità dell’ultima principessa Medici che ha reso grande il destino della città. Precedentemente il romanzo storico Ekaterina, una schiava russa nella Firenze dei Medici e, nel 2021, La promessa di Ekaterina (edizioni End). Ha esordito con un libro di racconti per adolescenti Vie di Fuga, (Franco Angeli) cui ha fatto seguito un testo teatrale, Apparizioni. Tre atti liberamente ispirati al romanzo “Signora Ava di Francesco Jovine. Scrive recensioni per a rivista Toscana libri e fa parte dell’associazione culturale Il Giardino dei Ciliegi, presso cui conduce seminari di scrittura e organizza incontri letterari. Dai seminari sono nati alcuni libri collettivi, come Nodi. Il nostro lessico familiare (End) e Il treno del mare (Mompracem).