TERMOLI – L’inflazione e i rincari dei prezzi nell’estate 2023 stanno mettendo a rischio il settore del turismo. Ulteriori conferme arrivano da un recente studio dell’Istituto ‘Demoskopika’ che ha analizzato l’andamento dei prezzi individuando un ‘paniere turistico’ di beni e servizi comprendenti alcune voci di spesa della classificazione internazionale Ecoicop (European classification of individual consumption by purpose): servizi di trasporto, servizi ricreativi e culturali, servizi ricettivi e di ristorazione.
Dall’indagine è emerso che tra i cinque i sistemi turistici regionali che presentano un incremento dell’inflazione acquisita turistica superiore alla media italiana, c’è quello del Molise (9,1%), ma anche del Lazio (+9,5%), Lombardia (9,2%), Toscana (9,1%) e Campania (9%) con un rincaro cumulato di 1,6 miliardi di euro, pari a oltre il 40% sulla quota complessiva della spesa turistica imputabile alla crescita dei prezzi.
“Stiamo assistendo, quasi inermi – ha detto il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – alle evidenti ripercussioni della frenesia post pandemica caratterizzata da un’impennata dei prezzi del trasporto aereo, dal caro energia, della crescita dei listini dei carburanti e da ‘prenotazioni incontrollate’ che hanno provocato un aumento generalizzato dei prezzi nel comparto turistico. E al danno si aggiunge la beffa poiché la spirale inflazionistica riguarda principalmente i voli domestici e i pacchetti turistici nazionali. L’appeal del made in Italy – conclude – va tutelata a partire dal mercato autoctono che rappresenta, bene non dimenticarlo, la metà del successo turistico del Belpaese. Fronteggiare le criticità a muso duro, dunque, per non sprecare l’opportunità di una forte ripresa dei flussi turistici nel nostro Paese”.