ISERNIA – Giovedì 25 novembre si celebrerà anche a Isernia la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In tale ambito, prosegue la campagna di informazione e sensibilizzazione della Polizia di Stato denominata “Questo non è amore”, che mira a favorire l’emersione del fenomeno della violenza di genere, troppo spesso nascosto in ambiti familiari, attraverso un contatto diretto con le potenziali vittime, offrendo loro il supporto di un’equipe multidisciplinare composta da operatori specializzati.
Per la nostra città domani, 25 novembre, dalle ore 9, personale specializzato della Questura sarà presente in Piazza Celestino V con un camper della Polizia di Stato, per sensibilizzare le vittime di violenza e non solo, anche attraverso la distribuzione di una brochure elaborata dalla Direzione Centrale Anticrimine che racconta storie vere, nella convinzione che questo rappresenti uno stimolo a chiedere aiuto e a denunciare. Sono 89 al giorno, infatti, in ambito nazionale, le donne vittime di reati di genere, secondo le segnalazioni raccolte dalle Divisioni Anticrimine delle Questure; nel 62% di casi si tratta di maltrattamenti in famiglia.
Grazie anche alle iniziative già realizzate dalla Polizia di Stato sul campo della prevenzione, è stato possibile registrare una leggera diminuzione dell’andamento degli omicidi di donne rispetto agli omicidi in genere: se nel periodo gennaio-agosto 2020 le donne vittime di femminicidio erano il 48% di tutte quelle uccise, nell’analogo periodo del 2021 l’indice scende al 41%. Nel 72% dei casi l’autore è il marito o l’ex marito. L’impegno della Polizia di Stato è sempre ai massimi livelli, perché l’esperienza della polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia, proprio perché il più delle volte l’aggressore è una persona a cui la vittima è legata da vincoli affettivi, che determinano una condizione di grave stress emotivo e psicologico.
Non basta, quindi, applicare la legge: è necessario assicurare alla donna accoglienza, informazioni e sostegno, necessari ad uscire dalla condizione di soggezione e isolamento che sta vivendo. Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento, al divieto di avvicinamento, fino agli arresti domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo per il superamento di una mentalità di sopraffazione, ma anche a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.
Si offre, però, anche una mano agli uomini maltrattanti, a coloro che agiscono con violenza. La Polizia di Stato, grazie al protocollo Zeus, indica anche agli uomini un percorso utile per uscire dal ciclo della violenza, una strada per gestire la loro rabbia. La Polizia di Stato rappresenta, in questo senso, uno snodo fondamentale di una rete composta da istituzioni, enti locali, centri antiviolenza e di recupero dei maltrattanti, associazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere, contro stereotipi e pregiudizi. #essercisempre è un impegno costante perché, come affermato dal Capo della Polizia Prefetto Lamberto Giannini, “il silenzio aiuta l’aguzzino, mai la vittima”.