Il suo vero nome era Giovanni Canzona ed era nato a San Polo Matese, in provincia di Campobasso, il 1 luglio del 1878. Fu amico personale dell’allora Presidente delle Filippine Manuel Quezon e del Generale MacArthur.
John Canson in realtà si chiamava Giovanni Canzona ed era nato a San Polo Matese , strada Macchia, il 1 luglio del 1878 dai “contadini” Francesco e Maria Giuseppa Corella (il matrimonio dei suoi genitori si tenne il 10 ottobre del 1870). Sin da ragazzo Giovanni mostrò una indole ribelle accompagnata da una intelligenza superiore. E’ certo che nel 1903 si imbarcò sul piroscafo “ Koning Albert” destinazione Stati Uniti. Dopo la sosta ad “Ellis Island” conobbe, in West Virginia, il duro lavoro della miniera.
Tanto che decise, nel 1911, di rilevare un ampio locale a Manila il cui nome successivamente, grazie a lui, entrerà nella storia delle Filippine. Questo locare era il “ Santa Ana Cabaret”. In poco tempo John Canson lo trasformò in un “Cabaret” ricercato, lussuoso e assai ben frequentato. Lo arredò come meglio non si poteva facendo arrivare specchi, mobili e tappezzeria dalla vecchia Europa. Cuochi ricercati, ballerine che non trasgredivano al ruolo, prodotti e liquori di assoluta qualità. Una sola traccia di italianità quella scritta “Spaghetti dinner our speciality” (la traccia che ci ha portato a ricercare e rintracciare le sue origini). Il “Santa Ana Cabaret” tra gli anni ’20 e ’30 fu ritenuto il più grande “Cabaret” al mondo. In questo locale si esibirono i migliori cantanti e fu frequentato dalle più alte personalità del paese.
Una vecchia recensione di un giornale esaltò così la figura di Canson: “Non ha mai innaffiato i suoi liquori, le sue ragazze non cercano di adescare i clienti e nessuno è mai stato buttato fuori dal locale.
Canson è totalmente diverso dagli altri coloniali americani che lo hanno preceduto”. Il locale fu per lunghissimi anni ritenuto da soldati e marinai “un sogno da visitare”. Il “Life”, nel novembre del 1941, dedicò la copertina al “Santa Ana Cabaret”. Durante le tragiche giornate della Seconda Guerra Mondiale, John Canson, offrì generosamente l’utilizzo dei suoi locali all’esercito Americano. Finita la Guerra il locale tornò a rivivere ma nulla fu più come prima. John Canson, morì 1960, non sopravvisse al suo locale che venne poi definitivamente spazzato via dal tifone “Yoling” nel 1970.
A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Molise News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Pubblicità - Contatti - Privacy Policy - Cookie Policy