Di queste note vicende la mostra rievoca una serie di capitoli ancora sconosciuti.
Anzitutto, la presenza della leggendaria associazione di volontari ambulanzieri dell’American Field Service e il loro impegno a favore della popolazione civile in uno spirito alieno dalle logiche di guerra di cui si fa portavoce lo stesso Congdon nei suoi epistolari, nel suo memoriale In the Death of One (di qui la citazione riportata nel titolo della mostra) e nei disegni eseguiti sul luogo, carichi di una struggente partecipazione alle sofferenze umane.
E poi, ancora nel pieno della guerra, la sua collaborazione insieme con il collega ambulanziere John Harkness, architetto di prestigio, alla stesura di un piano urbanistico della città di Isernia semidistrutta dai bombardamenti; e inoltre il rapporto con i Polacchi del 2° Corpo d’Armata con cui condivise il sanguinosissimo assalto finale a Cassino nel maggio del 1944; e ancora il suo ritorno in Molise nel 1946, insieme con una missione dei Quaccheri, per la ricostruzione dei paesi distrutti dalla guerra, anticipando gli interventi del Piano Marshall e dell’UNRRA.
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