Nello stesso anno decise di lasciare l’Italia ed emigrare verso l’Argentina. Stabilì la sua residenza a Buenos Aires al n. 468 di calle Lavalle. A Buenos Aires fondò il giornale della sera “Roma” di cui fu direttore. Scrisse un libro “Buenos Aires, volta della patria” che ricevette elogi dalla critica e fu un successo editoriale. Fu poi direttore de “Buenos Aires, volta della patria”. Fu anche direttore de “Corriere d’Italia” e fondò nel 1909 “La Commedia Coloniale”. Dal 1911 iniziò una proficua collaborazione con il “Guerin Meschino”. Nel 1916 fondò “La Patria degli italiani”.
Politicamente fu sempre vicino al Partito Socialista e questo gli diede problemi già nei primissimi anni del ‘900 anche se poi, nel 1903, il prefetto di Napoli chiese di eliminare, pare senza esito, il suo nome dagli archivi giudiziari. Nello stesso 1903 risulta un suo viaggio negli Stati Uniti dove giunse a bordo della nave “Roma”. I problemi si riproposero durante il “ventennio” quando ritenuto un irriducibile antifascista, pur risiedendo in Argentina, il suo atteggiamento fu a lungo “osservato”.
Per un periodo fu attivo anche nel vicino Uruguay. Domingo Vicente morì nel 1942 e l’importante “La Nacion” lo ricordò così: “Caranci ha rappresentato, per molti anni, lo spirito liberale ed ha forgiato l’unità degli italiani in terra argentina, ha invitato al rispetto dei lavoratori, ha contribuito a creare una sensibilità utile per ulteriori conquiste di civiltà e nuovi valori”.
Foto: copertina del suo “Verso la Vita” del 1906.
A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”
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