Nel 1913, subito dopo la nascita della piccola Concetta, il padre decise di tentare il “sogno americano”. Sbarcò ad “Ellis Island” dal piroscafo “Europa”. Per qualche anno arrivarono dagli Stati Uniti lettere e dollari. Poi purtroppo, nel 1917, arrivò la triste notizia: Pasquale era morto a causa della terribile “influenza spagnola”. Rimasero a casa, tra mille difficoltà, solo quattro donne: la madre, Concetta e le altre due sorelle Teresa e Natalina. Nel 1920 la sorella Teresa , aveva sposato il compaesano Rocco Pistilli, emigrò per gli Stati Uniti (giunse ad “Ellis Island” sul piroscafo “Taormina”). Nel 1930 morì la madre: Giuseppina Maria Gorlero.
A quel punto su sollecitazione di sua sorella, Teresa, che si era già felicemente stabilita in Pennsylvania, Concetta chiese il permesso di lasciare l’Italia. Ma nacquero mille difficoltà e la cosa sembrò non potesse realizzarsi. Allora Teresa fece scrivere una lettera dalla figlia, Antoniette “Toni”, direttamente a Mussolini, sperando che l’appello di una nipotina di 10 anni avrebbe avrebbe avuto più impatto di quello di una sorella adulta. Anni dopo la nipote raccontò: “gli scrissi che piangevo ogni giorno e che mi preoccupavo per la mia povera zia”. Poco dopo, il consolato italiano di Philadelphia convocò la piccola per interrogarla sull’autenticità della lettera.
La piccola dovette essere davvero convincente perché, sua zia Concetta, ottenne presto il permesso di emigrare. Concetta giunse ad “Ellis Island”, nel 1934, dopo aver attraversato l’oceano sulla nave “Roma”. Ma le difficoltà per lei non erano finite. Poco dopo il suo arrivo in America si ammalò di tubercolosi e passò due anni al “Germantown Hospital”. Guarì e andò a lavorare come sarta al “Cinderella Frocks” dove poté dimostrare la sua straordinaria abilità di sarta. Concetta sposò a metà degli anni ’40 John Sulpizi che morì nel 1970. I due non ebbero figli. Concetta Maria Petardi morì in Pennsylvania nell’agosto del 1995. Antoniette “Toni”, la nipotina che scrisse la lettera a Mussolini e che raccontò al “The Philadelphia Inquirer” la storia di Concetta, morì il 18 aprile del 2012.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”
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