Perché le spiagge, come quella di Campomarino, Petacciato e Marina di Montenero di Bisaccia, litorali tranquilli e facilmente raggiungibili, per gli amanti del relax e della buona cucina alla ricerca di una vacanza indimenticabile.
Per le escursioni e trekking, in Molise è possibile in una delle molteplici riserve e aree protette, le prime istituite in Italia nella zona più interna della regione, come quella di Montedimezzo e Collemeluccio, oltre all’Oasi WWF Guardaregia di Campochiaro e, naturalmente, il Parco Nazionale.
Ma (non) esiste per le eccellenze enogastronomiche che sono rappresentate da ricette e prodotti tipici della cucina tradizione contadina. Piatti saporiti e “rubusti”, che riflettono la cultura culinaria di genti dedite al lavoro e rispettose della stagionalità.
Cosa dire (o non dire) del capofreddo o “coppa molisana”, un salume aromatizzato con alloro, finocchio, aglio e peperoncino, la ventricina di Montenero di Bisaccia, un alimento “reale”, perché inventato, secondo la tradizione, in onore di Federico II di Svevia e del formaggio caprino di Montefalcone del Sannio, del Farro dicocco con tre varietà molisane, i fagioli di Riccia e il mais Agostinello, che dire (o non dire) della pasta come i fusilli che molti sanno di origine molisana. Non parliamo del nostro tartufo con produzione che raggiunge quasi la metà della produzione italiana.
Il vino, sapore autentico della tradizione del Molise con la sua Tintilia, un vitigno coltivato da secoli nella regione, e recuperato, come nel caso del farro dicocco, da una prematura estinzione. La sua valorizzazione contribuisce oggi a far conoscere la sua terra d’origine nel mondo, grazie al lavoro e all’impegno di molte realtà agricole e istituzionali locali. Per tutto questo meglio che il Molise (non) esista.
Il 4 dicembre a Madonna di Canneto, splendido santuario molisano, si parlerà della vite e del vino una storia enologica del Molise. Il Lavoro approfondito e documentato del Prof. Sebastiano Di Maria, studioso e docente di enologia, presso l’Istituto Tecnico Agrario Statale di Larino, si cimenta con le fonti e la narrazione storica, presenta la vite e il vino sul lunghissimo periodo, così come si sono venuti evolvendo nella concreta realtà molisana, già da prima delle popolazioni sannitiche, come dimostrano le testimonianze paleobotaniche e i ritrovamenti archeologici, fino agli albori del Duemila quando prende corpo una rinascita dell’enologia regionale grazie soprattutto alla reintroduzione della Tintilia.
In questa meravigliosa XXI edizione di incontri con le associazioni Vivaluva e Terra Sana Molise, insieme al personale, operatori forestali e associazioni ambientaliste della regione Molise, si vuole conoscere questa storia magica del Molise e lo farà anche con la partecipazione e l’intervento del Prof. Sebastiano Delfine dell’Università del Molise, ormai naturalizzato molisano e che esiste.
Aristide Vitiello
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