REGIONE – Sono cominciate nei giorni scorsi le riprese estive del docufilm La Vittoria di Monte Marrone in numerosi centri del Molise, del Lazio e della Campania: a Rocchetta e Castelnuovo al Volturno, a Scapoli, a S. Pietro Infine e Mignano Montelungo, sulla cima di Monte Marrone e di Monte Mare, presso il Santuario della Madonna del Canneto a Settefrati.
Si tratta di ricostruzioni con figuranti in costume delle epiche gesta compiute dagli alpini del Btg. Piemonte fra l’inverno del ’43 e la primavera del ‘44, ma anche dell’arrivo degli americani a Castelnuovo, del rientro dopo lo sfollamento, ecc. L’opera, scritta e diretta da Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli, si avvale del patrocinio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dell’ANA Associazione Nazionale Alpini, dello Stato Maggiore dell’Esercito, dei Comuni di Rocchetta al Volturno, Mignano Montelungo, S. Pietro Infine, Scapoli, e della collaborazione di numerose associazioni senza fine di lucro quali Territori Link, Impresa Sociale Link Paesaggi ETS, Winter Line Venafro, Gruppo alpini ANA Mainarde, Storico Btg Alpini L’Aquila, Gustav Line Cassino 44.
Quest’inizio produzione del periodo estivo vedrà la sua conclusione tra l’autunno di Mignano Montelungo e l’inverno nevoso delle Mainarde. E alle ricostruzioni invernali, realizzate in collaborazione con il 9° Rgt. Alpini dell’Aquila, saranno interessate le cime di Monte Mare e Monte Marrone, dove fra marzo e maggio del ’44 si svolsero gli scontri fra gli alpini italiani del Regio Esercito e gli alpini tedeschi della Wehrmacht.
La Vittoria di Monte Marrone è la naturale conclusione di una lunga e articolata serie di docufilm che i due registi hanno girato lungo la Linea Gustav dal titolo “La Guerra in Casa”: La Battaglia del Sangro, Chieti città aperta, La Brigata Maiella, Il sangue dei Limmari (sulla strage dei Limmari di Pietransieri), Gli eroi del Gran Sasso (sugli alpini del Btg. L’Aquila nei Balcani e in Russia), …E venne la guerra (sulla guerra nelle retrovie e i rapporti con i civili), La Linea Gustav: Chieti e provincia. I sette docufilm sono stati realizzati fra il 2005 e il 2012 in Abruzzo e trasmessi da RAI Storia con numerose repliche fra il 2012 e il 2018.
Quest’ultimo docufilm, La Vittoria di Monte Marrone, si sofferma soprattutto sul travagliato periodo che va da luglio a novembre del ’43, passando per l’Armistizio, i grossi conflitti interiori che ciascun militare italiano dovette affrontare, i pesanti bombardamenti angloamericani che interessarono l’intera penisola, le prime stragi naziste compiute nel centrosud. Dopo di che entra nel vivo della narrazione con la formazione in Puglia del 1° Raggruppamento Motorizzato, con le battaglie di Montelungo e S. Pietro Infine affrontate dal 51° bersaglieri, con l’epica impresa degli alpini a Monte Marrone. Prosegue poi con la trasformazione del Raggruppamento Motorizzato in CIL (Corpo Italiano di Liberazione) con la ritirata tedesca e lo spostamento del fronte più a nord, con la distruzione gratuita di Castelnuovo al Volturno per la produzione della fiction americana. Si conclude con la fine della guerra e il ritorno degli abitanti alle loro attività quotidiane, con il primo raccolto.
Fondamentali per il racconto sono le interviste inedite a protagonisti e testimoni, molti dei quali purtroppo come dicono gli alpini “andati avanti”, quelli che con il loro sacrificio hanno restituito dignità a un esercito distrutto, a una nazione umiliata e hanno contribuito fattivamente alla cacciata dei nazisti e alla rinascita del Paese.
Come tutti gli altri docufilm della serie “La guerra in casa”, anche questo si avvale della stretta collaborazione con gli abitanti dei luoghi interessati storicamente ai fatti narrati, con riprese e ricostruzioni nei luoghi dove effettivamente si svolsero, sia a valle che in quota. E non potranno mancare, com’è inevitabile, riferimenti alla spedizione del CSIR in Russia, ai bombardamenti angloamericani di Cassino e Montecassino, alle vicende delle Marocchinate sugli Aurunci e nella Ciociaria, alla costituzione e all’impresa dei patrioti della Brigata Maiella, all’ingresso in Bologna dei bersaglieri del Btg. Goito e tanti tanti altri.