L’introduzione si avvale della firma del giornalista Domenico Lanciano, fondatore e responsabile dell’Università delle Generazioni, il quale definisce tale libro come una vera e propria “Enciclopedia di valori e di sentimenti” da trasmettere alle presenti e alle future generazioni. Ed in effetti, Guido Mancini dedica tale opera ai nipotini Gioia, Thomas e Gioele. Particolare evidenza viene data allo spopolamento di Poggio Sannita come esempio di migliaia e migliaia di borghi che continuamente si svuotano di abitanti sia in Italia che all’estero soprattutto a causa della cosiddetta cattiva “globalizzazione”. Ovviamente, il Poeta Mancini invita tutti, istituzioni e cittadini, a voler salvare il più possibile non soltanto le case vuote ma soprattutto la cultura e l’identità del paese che finora ha dimostrato di aver saputo reggere unito ed integro per così tanti secoli.
In precedenza il prof. Mancini aveva dato alle stampe, con sempre grande e significativo successo, tre raccolte di poesie: Per non dimenticare (2012), L’eco dei ricordi (2016), Memorie e fantasie” (2020). Il primo ed il terzo volume sono scritti nel dialetto di Poggio Sannita (ex Caccavone); mentre il secondo ed il quarto sono espressi in lingua italiana. Come si può notare, il nostro Poeta ha ormai preso la consuetudine di dare alle stampe e presentare una raccolta ogni quattro anni. Aspettiamo, perciò, che nel 2028 ci doni la sua quinta silloge. Abbiamo ancora bisogno di “Poeti-Promemoria” che possano ravvivare valori affievoliti.
Già con tali quattro ponderosi volumi Guido Mancini è da considerarsi uno dei più prolifici e rappresentativi poeti molisani, nel contesto di una Poggio Sannita conosciuta come “Borgo dei Poeti” e che come tale andrebbe valorizzato con le più appropriate iniziative da evidenziare anche a livelli nazionali ed esteri specialmente con la partecipazione dei poeti emigrati ed oriundi pure per ravvivare “le radici”. Un motivo in più per tenere legati sentimentalmente al borgo i poggesi che vivono oltre-confine. Anzi, Poggio Sannita potrebbe organizzare un annuale vero e proprio “Festival della poesia d’emigrazione e di esilio”.
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