Lara Molino in concerto sabato 24 febbraio a Mafalda (CB)

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Lara Molino in concerto sabato 24 febbraio a Mafalda (CB)MAFALDA (CB) – Lara Molino torna in Molise con le canzoni di “Fòrte e gendìle”, il suo disco in lingua d’Abruzzo uscito lo scorso giugno con la produzione artistica del violinista e songwriter Michele Gazich per la sua etichetta fonoBisanzio. La cantautrice di San Salvo, Chieti, terrà un concerto sabato 24 febbraio all’Agriturismo Colle Bianco di Mafalda (CB) per la “Notte de li mazzemarìlle”. Con lei sul palco (voce e chitarra) suoneranno Eugenio Timpani al violino e Giuseppe Di Falco alla fisarmonica (inizio ore 20, ingresso 25 euro con cena).

“Mazzemarèlle” è una delle dieci canzoni contenute in “Fòrte e gendìle” ed è proprio con questo brano che Lara Molino inizierà il suo live. Mazzemarìlle o Mazzemauriell (la pronuncia e il nome cambiano a seconda delle regioni e delle città) è un dispettoso folletto frutto della fantasia popolare abruzzese, molisana e di tutto il Sud Italia. Ad esso Molino ha dedicato un brano che racconta come “secondo la credenza popolare, i bambini non ancora battezzati che morivano prematuramente, a causa della denutrizione o delle precarie condizioni igienico-sanitarie, ritornavano a vivere trasformandosi in folletti, in Mazzemarèlle”.

Come tutte le tracce di “Fòrte e gendìle”, anche “Mazzemarèlle” è stata scritta da Lara insieme al padre e poeta Michele Molino, che interviene con la propria voce in alcuni passaggi del disco. Allo stesso modo, i brani sono stati suonati solamente con la chitarra acustica, il violino, la viola e pochi altri strumenti.

Una scelta all’insegna dell’essenzialità che mette al centro dell’attenzione le storie di ciascuna canzone, fra antichi riti comunitari (come nel singolo con video “Lu fóche de San Tumasse”), leggende, migrazioni, affascinanti briganti, eccentrici pescatori e donne povere ma forti e gentili come le persone d’Abruzzo e la straordinaria voce della titolare. A sigillare il disco, quale traccia conclusiva, una rilettura per sola voce di “Càsche la lìve”, originaria versione abruzzese di “Amara terra mia” di Domenico Modugno.

Molino ha scritto le canzoni di “Fòrte e gendìle” dopo due anni di ricerche e approfondimenti sulla cultura e le tradizioni abruzzesi, portando alla luce le vicende di diverse persone, spesso connotate da grandi sofferenze ma anche da tanta solidarietà. Il tutto narrato con parole semplici e ferme nutrite dall’espressività evocativa e dalla verità di una lingua che travalica il tempo e la globalizzazione per parlare a chiunque. “Fòrte e gendìle” non è infatti un disco per soli abruzzesi: come ogni album realmente folk ha la forza di parlare a quella parte di terra e radici che ognuno di noi si porta dietro nonostante tutto. Collegando il sangue dei padri a quello dei figli e lasciando che siano le vite di un tempo a parlare alle vite di oggi.

Foto Roberto Ronca