CAMPOBASSO – “Il Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell’Unione Europea ha respinto a maggioranza la proposta con la quale la Commissione Europea chiedeva di abbassare lo stato di protezione del lupo. Una proposta che, se fosse stata approvata, avrebbe consentito di aprire la caccia al lupo. A dicembre dello scorso anno, la Commissione Europea aveva avanzato una proposta di abbassamento dello stato di protezione del lupo da “particolarmente protetto” a “protetto”, ai sensi della Convenzione di Berna, per poter poi recepire il cambiamento traslando la specie dall’Allegato IV all’Allegato V della Direttiva “Habitat”. Dopo mesi di dibattito nel Consiglio dell’Ambiente, rivelatisi inconcludenti in quanto solo la Francia aveva espresso esplicitamente il proprio sostegno, la proposta era infine approdata al parere del COREPER.
Ma l’analisi scientifica offerta dalla Commissione per supportare la propria iniziativa non ha convinto un numero sufficiente di Ambasciatori degli Stati Membri: infatti, lo stesso documento redatto dalla Commissione Europea testimonia lo stato di conservazione sfavorevole della specie in 6 delle 7 aree biogeografiche europee, il rischio a cui sono esposte tutte le popolazioni a causa della frammentazione degli habitat e della perdita di diversità genetica, oltre all’irrisorietà dell’impatto delle predazioni sugli animali allevati, in quanto il numero di pecore predate dai lupi rappresenta lo 0.065% della consistenza totale delle greggi d’Europa.
“L’iniziativa della Commissione Europea non è altro che un espediente demagogico, propagandistico, antiscientifico per accattivarsi il favore di cacciatori e allevatori aprendo la caccia al lupo nel continente – afferma la LAV – uccidere i lupi per proteggere gli animali allevati non è solo inaccettabile in sé, ma, come dimostra la letteratura scientifica, non può nemmeno conseguire lo scopo prefissato, in quanto la caccia è del tutto inutile a ridurre le predazioni, se non addirittura controproducente perché ne stimola l’incremento”. Inoltre, qualora le sanguinarie pretese di questi gruppi di interesse fossero soddisfatte, sarebbero vanificati decenni di sforzi, di compromessi, di investimenti atti a tutelare questi animali e a favorire la convivenza con le attività umane che si svolgono sui loro territori, creando un precedente nefasto nel nostro rapporto con tutti gli animali selvatici e gli habitat europei.
Dopo diverse richieste di osteggiare questa iniziativa rivolte alle massime Istituzioni d’Italia, la scorsa settimana la LAV aveva inviato una nota formale al rappresentante italiano del Comitato dei Rappresentanti Permanenti del Consiglio dell’Unione Europea, esortandolo a rigettare la proposta della Commissione poiché, come sostenuto all’unanimità dalla comunità scientifica internazionale, l’unica via per conseguire l’ambito obiettivo della coesistenza con i lupi è insistere non solo sulla prevenzione e sulle strategie di compensazione dei danni, ma anche su un martellante, capillare progetto pedagogico e di comunicazione che fornisca alle persone le conoscenze basilari per condividere i propri spazi con questi animali.
“L’Italia si è schierata con i favorevoli o i contrari alla caccia ai lupi? – conclude la Lav – ad ogni modo non si ferma la nostra battaglia, in coordinamento con la coalizione europea Eurogroup for Animals, per ottenere l’archiviazione definitiva di questa deleteria, irricevibile iniziativa della Commissione Europea avanzata esclusivamente a scopi elettorali sulla pelle dei lupi”.