ROMA – Si è tenuto oggi a Roma, presso il Mise, l’incontro – tra i sindacati e i vertici del ministero – programmato a seguito delle mobilitazioni dei lavoratori in somministrazione di Adecco presso Poste Italiane SPA.
Dalla UILTEMP, che segue da vicino e da molto tempo la vicenda, fanno sapere che sono stati compiuti piccoli passi avanti e un secondo incontro è previsto nelle prossime settimane.
Si tratta comunque di una situazione grave, che coinvolge oltre 400 lavoratrici e lavoratori in somministrazione, assunti dall’agenzia Adecco Italia S.P.A. e in missione presso Poste Italiane. Di questi, circa 300 hanno un contratto a tempo indeterminato con ADECCO. Nonostante un percorso condiviso con agenzia e azienda al fine di garantire continuità occupazionale, Poste Italiane il 30 giugno ha interrotto la missione lavorativa di ulteriori 17 lavoratori a causa di un’interpretazione, non condivisibile, del decreto Dignità, che considera il limite dell’anzianità di 24 mesi, previsto per i lavoratori temporanei.
Un’azione di fatto incomprensibile, nonostante la circolare n.17 del 31 ottobre 2018 del Ministero del Lavoro che puntualizza che “nessuna limitazione è prevista per i somministrati assunti a tempo indeterminato inviati in missione temporanea”, come appunto nel caso di specie.
Il destino riservato a questi 17 lavoratori toccherà anche alle restanti centinaia di dipendenti che, con scadenze differenti, sono impegnati nella commessa di Poste Italiane.
Tra questi figurano tra l’altro pure sette molisani. Mentre a primavera c’è chi ha già perso il lavoro per lo stesso motivo.
Nei giorni scorsi, l’onorevole Annaelsa Tartaglione ha presentato un’interrogazione alla Camera per chiedere al ministro Patuanelli di sanare presto il deficit interpretativo della legge e per sollecitarlo a mettere in campo tutte le azioni utili a scongiurare i licenziamenti.
“In un momento così complicato per il Paese e per le famiglie italiane, – commenta la deputata di Forza Italia – il governo ha il dovere di risolvere e semplificare, di certo non complicare ulteriormente situazioni di per sé già delicate e complesse. Ma ha soprattutto l’obbligo di intervenire senza indugi e porre fine positivamente alla vertenza,”.
“Adesso l’importante – aggiunge – è programmare il secondo incontro entro il mese di agosto e non perder altro tempo. Occorrono – conclude Tartaglione – autorevolezza e determinazione per superare questa fase in fretta e mettere subito al sicuro il futuro di tante persone”.