CAMPOBASSO – Una mattinata di entusiasmo, partecipazione e contenuti autentici quella vissuta al Liceo Scientifico “A. Romita” di Campobasso, dove oltre duecento studenti hanno accolto con calore la delegazione del Campobasso Football Club.
Ospiti d’eccezione all’assemblea d’Istituto dedicata al tema “Il calcio: dal dilettantismo al professionismo”, il capitano Antonio Di Nardo, il centrocampista Riccardo Chiarello, il direttore generale Mario Colalillo e il team manager Giacomo Reale. Un incontro che ha saputo intrecciare tecnica e cuore, regolamenti federali e spirito di squadra, raccontando il calcio non solo come disciplina sportiva, ma come metafora di crescita personale, lotta quotidiana e ricerca di equilibrio.
A rompere il ghiaccio è stato il direttore generale Mario Colalillo, che ha guidato gli studenti attraverso le complesse dinamiche normative che distinguono la gestione di una società di Serie D da quella di Serie C: “Le scadenze diventano appuntamenti inderogabili – ha spiegato – e la tempistica imposta dai regolamenti federali richiede una precisione assoluta. Chi sbaglia paga, e non si fanno sconti, come dimostrano i recenti casi di società blasonate come Turris e Taranto”.
Ma a far vibrare la platea sono stati i racconti di vita vissuta da Chiarello e Di Nardo, due professionisti che hanno saputo trasmettere la passione che li accompagna ogni giorno sui campi di calcio.
“Gli ostacoli sono tanti – ha detto Riccardo Chiarello rivolgendosi ai ragazzi – e spesso non si vedono. Ma il segreto è non mollare mai. I campi della Serie D e dell’Eccellenza sono scuole di vita, più di quanto possa esserlo un altro anno in Primavera. Lì impari la fatica, il rispetto per chi ha più esperienza, e capisci cosa significa davvero lottare per un obiettivo. È lì che il calcio diventa fame, e proprio lì molti osservatori trovano i talenti più autentici”.
Il capitano Antonio Di Nardo, che ha messo l’accento sull’importanza dell’equilibrio psico- fisico: “L’allenamento non comincia quando entri in campo. Inizia appena apri gli occhi. Devi essere pronto a costruire la tua giornata con disciplina, cura, concentrazione. Una settimana tipo, dal lunedì al sabato, è fatta per arrivare alla domenica nella miglior versione possibile di te stesso. E tutto parte da lì: da come ti svegli, da come ti alimenti, da come tratti il tuo corpo e la tua mente”.
Domande curiose, riflessioni stimolanti e tanti applausi hanno scandito l’incontro, segno tangibile di un dialogo vero tra chi vive il calcio ad alti livelli e chi lo sogna, lo studia, lo pratica o semplicemente lo ama. Il tutto in un clima di grande rispetto e partecipazione, culminato in selfie e foto di gruppo, abbracci, strette di mano e il coro “Rall mo” che ha riecheggiato nell’aula magna del Romita come un inno d’appartenenza. Un incontro che ha lasciato il segno e che conferma, ancora una volta, quanto sia fondamentale il legame tra sport e scuola, tra club e territorio. Perché il calcio, quando si racconta con onestà e passione, diventa davvero una grande lezione di vita.