LARINO – Si è svolto ieri a Larino, venerdì 22 ottobre, il convegno organizzato dall’associazione Lions Club intitolato ‘Lo sport come mezzo di inclusione’. Dopo i saluti istituzionali, affidati al presidente del Lions Club di Larino Umberto Massini e del primo cittadino Giuseppe Puchetti, del dirigente scolastico Antonio Vesce, l’assessore allo Sport Giulio Pontico, l’assessore alle Politiche Sociali Alice Vitiello e l’assessore alle Pari Opportunità Maria Giovanna Civitella si è dato spazio agli interventi tecnici.
Paolo Dell’Aquila, referente del distretto 108 A ha affrontato proprio il tema della Sport come mezzo di inclusione sociale, sono seguiti gli interventi della psicologa Monica Gammieri e di Donatella Perrella, presidente del CIP- Comitato Italiano Paralimpico Molise.
A rappresentare il Coni regionale e portare i saluti del Presidente Vincenzo D’Angelo è stata la delegata Coni di Campobasso Giuseppina Calcagnile che nel corso del suo intervento ha fatto un focus sull’importanza dell’inclusione che non va considerata come capacità dello sport di introdurre una persona in particolare all’interno di un gruppo ma come la capacità di far partecipare in maniera attiva la persona che viene inclusa nel gruppo sportivo.
La possibilità di far sì che questo accada dipende dalle strutture che naturalmente devono essere adeguate rispondendo a tutti i criteri di accessibilità ma dipende soprattutto dalla capacità di chi guida il gruppo di saper integrare le diverse persone che ne fanno parte.
Giuseppina Calcagnile ha poi posto al pubblico presente una riflessione su cosa significa una disciplina sportiva: affrontare un insieme di movimenti semplici, avere la capacità di collaborare e interagire con gli altri in modo efficace ed efficiente e questo avviene quando di riesce a raggiungere l’obiettivo con il minor dispendio fisico e mentale; è compito specifico del tecnico sportivo aiutare le persone a capire come farlo.
“Fare sport – ha continuato la delegata Coni di Campobasso – significa collaborare e lavorare attraverso i movimenti, far sì che mente e corpo dialoghino in maniera armonica, eseguire un’attività e farla ripetere portando la persona verso la consapevolezza di quello che si fa. Significa anche notare l’errore ma non vederlo come un elemento negativo bensì come un elemento su cui lavorare per migliorare, quindi per lavorare su sé stessi”.
Un passaggio dell’intervento di Giuseppina Calcagnile ha riguardato lo sport paralimpico. La relatrice ha ricordato come l’inizio dell’attenzione sullo sport paralitico e quindi rivolto alle persone con limiti fisici non è avvenuta in ambito sportivo ma in ambito medico, nel 1944 sui soldati mutilati che necessitavano riabilitazione. “Si notò che un fattore fondamentale per ottenere risultati e miglioramenti psicofisici era la motivazione – ha spiegato la Calcagnile – se adeguatamente motivati, se fatti allenare anche in un contesto di gioco altamente motivante, i soldati, così come gli atleti odierni, ottenevano i risultati migliori”.
La delegata Coni ha concluso sottolineando l’importanza di un lavoro in rete tra Coni, amministrazioni, scuole, associazioni sportive e di volontariato per uno sviluppo capillare dello sport sul territorio, “uno sport che diventi stile di vita e valorizzi i talenti”.