Longobardi su crisi dell’industria nell’ultimo trimestre del 2024

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vincenzo longobardi

REGIONE – Vincenzo Longobardi: “Stiamo assistendo ad una fase di contrazione della produzione industriale davvero preoccupante. A fine 2024, infatti, come si apprende dall’ultimo rapporto del Centro Studi di Confindustria, l’economia italiana risulta in difficoltà a causa dell’industria, che rappresenta la parte trainante del PIL del Paese.

In particolare osserviamo che il settore dell’auto e la manifattura stanno affondando l’industria italiana. Deboli gli investimenti, fiacchi i consumi, export ancora in calo.

Se a ciò aggiungiamo la crisi dell’industria tedesca, essendo la Germania primo partner commerciale dell’Italia – prosegue Longobardi – abbiamo di fronte un quadro molto preoccupante.

A ottobre di quest’anno, per citare altri indicatori della crisi all’orizzonte, abbiamo numeri di richiesta della Cassa integrazione pari già all’intera Cig erogata nel 2023. Se le cose non cambiano, a breve vedremo parecchi licenziamenti.

Ad appesantire la situazione dell’industria del nostro Paese – prosegue il Presidente degli industriali molisani, la cui voce si unisce a quella dei colleghi delle altre regioni, compresi gli industriali del Nord-est – c’è il Green Deal imposto dall’Europa: tempi strettissimi entro i quali è stato chiesto a interi settori produttivi – automotive in primis, ma non solo, perché la transizione green riguarda tutte le aziende della manifattura – di riconvertire il proprio business.

Oggi un problema centrale che abbiamo come Paese e come regione Molise è il -34% della produzione auto dell’Italia.

Il crollo coinvolge ovviamente tutta la filiera dell’auto, diretta e indiretta, tanto che negli ultimi mesi i livelli di produzione sono tornati a quelli di inizio 2013.

Tra i fattori di perdita di competitività la fa da padrone il costo dell’energia, che gli interventi governativi sinora intervenuti hanno solo in piccola parte attenuato, ma che richiede una forza e pragmatismo ben differenti.

Di fronte al collasso dell’automotive,non si può aspettare il 2026 per rivedere le regole del green deal. Occorre farlo nei primi cento giorni della nuova Ue, come ha già detto il presidente Orsini in occasione Assemblea generale di Confindustria.

L’Europa deve comprendere che la decarbonizzazione non può essere ottenuta al prezzo della deindustrializzazione di una parte dell’Occidente.

Serve coniugare gli obiettivi ambientali con la tutela e lo sviluppo dell’industria. Lo stop al motore endotermico al 2035 va subito spostato in avanti, privilegiando la neutralità tecnologica e senza aspettare il 2026.

Quanto al testo della manovra finanziaria presentata in Parlamento, non abbiamo riscontrato risposte adeguate ai problemi posti dalla nostra organizzazione a livello nazionale.

Gli interventi della 5.0 non sono attuabili e non c’è traccia della decontribuzione sud, l’unico intervento serio che produrrebbe un effetto di riequilibrio per le regioni del Mezzogiorno, quelle che maggiormente soffriranno della crisi automotive.

Se vogliamo attrarre investimenti dobbiamo puntare a modelli di sgravio fiscale legati agli investimenti”.