AGNONE – “È esattamente da giovedì 8 gennaio 1987 che l’università delle generazioni invita un qualche sindaco del Sud a candidarsi alle Elezioni europee, nazionali e regionali contro lo spopolamento dei piccoli Comuni che in Italia sono circa 5mila su un totale di ottomila, in gran parte situati nel meridione e nelle isole. Da allora sono passati ben 37 anni senza che i paesi spopolati italiani abbiano chi li possa difendere nelle sedi istituzionali. Inoltre a lamentare lo spopolamento e le tristi conseguenze che ne derivano sono sempre più pure i Comuni della restante dorsale appenninica e persino delle Alpi e delle Pre-Alpi”. E’ quanto si legge in una nota.
“E se i piccoli Comuni italiani piangono, certamente gli altri piccoli comuni europei non ridono”, aggiunge l’università delle generazioni. “Motivo per cui nel corso del tempo la proposta è diventata quella di fondare un vero e proprio Partito europeo contro lo spopolamento dal momento che siamo all’annientamento totale di un territorio periferico e di una civiltà ultramillenaria senza che si prendano seri provvedimenti di decisivo contrasto a tale mostro che divora intere regioni e tutte le loro generazioni”.
Lo spopolamento “è davvero come un drago che divora ogni cosa. E probabilmente l’iconografia dei Santi Michele e Giorgio che cercano di contrastare e uccidere un drago nasce proprio dall’esigenza di liberare i nostri territori da tale terribile flagello. Non a caso il loro culto è presente in tante parti d’Italia e in particolare nel Molise”.
L’Università delle Generazioni, che ha sede ad Agnone, dalla primavera del 1987 esorta “i sindaci della “Atene del Sannio” a prendere a cuore il problema dello spopolamento e a candidarsi alle Elezioni Europee. Finora nessuno se l’è sentita di fare questo coraggioso e doveroso passo”. Ora il medesimo appello viene rivolto all’attuale sindaco Daniele Saia (foto), “il quale, giovane e competente come è, potrebbe davvero diventare a Strasburgo e a Bruxelles il paladino dei Comuni spopolati non soltanto del Sud e dell’Italia, ma, con il tempo, anche di quelli euro-mediterranei”.