L’esterna rossoblù: «Abbiamo otto titolari e riusciamo a darci vicendevolmente una mano sul parquet. I tifosi campobassani sono a tutti gli effetti il nostro sesto elemento in campo»
CAMPOBASSO – Una corrispondenza di sensazioni entusiasmanti con un mix calibrato ed efficace di soddisfazioni personali (e di squadra). In casa La Molisana Magnolia Campobasso l’attuale avvio da copertina (sempre più oggetto di attenzione ed approfondimento da parte degli organi di informazione, locali e nazionali) passa in maniera inscindibile con le storie dei singoli petali dei #fioridacciaio in grado, ognuno, di fornire il proprio mattoncino importante alla costruzione complessiva.
Tra questi, nel big match di sabato contro La Spezia, a risultare testata d’angolo quello dell’esterna veronese Sofia Marangoni che, nelle prossime ore, avrà anche una soddisfazione personale discutendo la tesi di laurea e potendosi fregiare così anche del titolo di dottoressa.
FELICITÀ INTENSA
Oltre allo stretto aspetto cestistico, l’esterna all around (in grado, al pari delle compagne, di essere un jolly tattico non indifferente per coach Mimmo Sabatelli) sta vivendo il Molise a tutto tondo, tant’è che domenica – dopo il successo contro la Cestistica Spezzina – ha voluto vedere da vicino i paesaggi altomolisani, ammirandone le prospettive e gustandone i sapori, intensi come la felicità di un avvio di campionato che ha regalato alle rossoblù un filo rosso all’insegna dei due punti per ogni contesa.
«Il nostro – spiega entrando sul versante tecnico – è un cammino senz’altro positivo. Probabilmente in pochi avrebbero pronosticato un sei su sei per quest’avvio di stagione. Al di là delle prime quattro gare con formazioni non pronosticate di un torneo di vertice, abbiamo affrontato due sfide contro squadre di prima fascia, facendo emergere appieno le nostre qualità ed ora, contro Bologna, ci attende un ulteriore test di rilievo perché arriverà contro una squadra determinata a lottare per il vertice, un gruppo che gioca assieme da un paio di stagioni e che, con molti elementi, ha già conquistato l’A1 sul campo, salvo poi decidere di non disputarla la stagione successiva. Per noi, perciò, sarà una sorta di cartina al tornasole per farci comprendere a che punto siamo e su quali dettagli occorre lavorare ulteriormente».
GRUPPO COESO
E se le felsinee, dalla loro, hanno un vissuto biennale che ha cementato con forza il gruppo emiliano, la coesione che emerge, partita dopo partita, sul versante rossoblù rappresenta un segnale importante, nonché un motivo di ampia soddisfazione per il club campobassano.
«Coesione e conoscenza crescono con lo stare insieme giorno dopo giorno e questo rappresenta una solida base per il nostro team. Tra di noi c’è grande unità e si respira, quotidianamente, un’aria di serenità e al tempo stesso di grande applicazione. Questo ci ha consentito di aumentare la nostra determinazione e la concentrazione nel corso della contesa. Se in precampionato ci capitava di avere qualche blackout nel terzo periodo, ora riusciamo a tenere una condotta costante per tutti e quattro i quarti, tant’è che, a livello di costante, in quasi tutti i nostri successi, e soprattutto negli ultimi due, siamo riusciti a scavare i break nel terzo e ancor di più nel quarto periodo. Si tratta di un segnale chiaro: e cioè che non abbiamo cali e siamo particolarmente concentrate su quelle che sono le consegne ricevute».
Come testimoniato, del resto, dalle riflessioni del coach rossoblù Mimmo Sabatelli al termine del confronto con La Spezia, quando – con orgoglio – ha argomentato di «un piano partita eseguito alla lettera dai #fioridacciaio», segnale ulteriore di quello che è il lavoro certosino delle magnolie durante la settimana, frutto anche di uno studio particolareggiato delle avversarie per quella che è l’opera di scouting effettuata dallo staff tecnico rossoblù, a conferma di come alle spalle dei successi campobassani ci sia una composita miscela di fattori.
YET TO COME
Per Marangoni, tra l’altro, il gruppo rossoblù ha dalla sua un importante margine potenziale di crescita.
«Possiamo dire ancora tanto – spiega – e di certo non faremo voli pindarici dopo questi sei successi perché non abbiamo ancora fatto nulla. Dobbiamo tenere i piedi ben piantati sul terreno e la testa collegata. Non abbiamo raggiunto ancora nulla, il cammino è lungo e dovremo crescere di gara in gara per arrivare al top nei momenti decisivi della stagione».
DIFESA GRANITICA
Di fatto, però, quello che hanno evidenziato le prime sei uscite delle magnolie è la costante di una difesa granitica, capace di tenere le avversarie costantemente intorno ai cinquanta punti, con un attacco che ha tutti i crismi per poter crescere con forza e costanza sia quantitativamente che qualitativamente.
«In difesa abbiamo trovato una dimensione ben precisa e dobbiamo continuare su questa rotta, in attacco, invece, prendiamo tiri aperti e che rientrano assolutamente nelle dinamiche dei giochi. Stiamo lavorando sodo in allenamento sotto l’aspetto offensivo e, come ci ha detto Mimmo (il coach Sabatelli, ndr), continuando a lavorare in ritmo le conclusioni entreranno e le percentuali aumenteranno».
APPROCCIO FELSINEO
Da qualche ora, tra l’altro, le rossoblù sono entrate nel clima ‘trasferta a Bologna’. Di fronte le magnolie avranno un’avversaria reduce da cinque affermazioni consecutive che ha in D’Alie il proprio genio guastatore.
«Ci ho giocato contro – spiega Marangoni – quand’era in A1 a Vigarano. È un moto perpetuo. Noi, però, abbiamo otto rotazioni e, tra le esterne, potremo lavorare in marcatura un po’ tutte su di lei essendo pronte al lavoro di sacrificio in base a quelli che saranno i dettami del piano partita».
OTTO TITOLARI
Del resto, il concetto delle otto titolari è un aspetto declinato sin nel profondo tra le magnolie, oltre ad essere un ‘cavallo di battaglia’ nelle disamine di coach Sabatelli.
«Abbiamo dimostrato di poter dare tutte il nostro contributo alla causa perché riusciamo ad integrarci l’una con l’altra in maniera intelligente. Siamo pienamente consapevoli, infatti, che in ogni partita ognuna di noi può dare il suo apporto per la causa e quando qualcuna ha qualche defaillance sa che accanto a sé c’è la compagna pronta a tenderle la mano e a raddoppiare il suo contributo».
SEI SUL PARQUET
Tanto più che le campobassane, sinora, hanno avuto la confortante sensazione di poter giocare sempre in sovrannumero, forti dell’effetto ‘tifosi’. Al suo arrivo in Molise, Marangoni aveva sottolineato come ad incidere sulla sua scelta ci fossero state anche le immagini viste sul web degli aficionados del PalaVazzieri, nonché i racconti ricevuti sul calore dei sostenitori rossoblù.
«Ma vivere queste sensazioni dal vivo è tutt’altro – aggiunge forte dell’esperienza vissuta sinora – giocare con loro e per loro è un’emozione unica. Sono, al di là di ogni frase di circostanza, il sesto elemento sul parquet e rendono le partite un qualcosa di unico e particolare».
CORI E COREAGRAFIE
Così come il coretto dialettale su cavatielle e tracchiulele che anima tutti i festeggiamenti a fine partita delle rossoblù che, pur non essendo autoctone, stanno tutte imparando il dialetto campobassano per poterla cantare a squarciagola.
«Per ora – confessa Marangoni – io riesco a dire soltanto ‘nuje scimme pazz p’le cavatielle’, ma ho chiesto a Laura (l’altra veronese del roster dei #fioridacciaio Reani, ndr) di scrivermela per poterla imparare tutta e cantarla pienamente. Questo coretto è davvero bello e ci esalta, aumentando la nostra voglia di dare il massimo per la causa».