“Di recente – si legge in una nota – gli ispettori del lavoro sono stati esclusi da indennità salariali previste per i ministeriali e penalizzati nelle progressioni economiche orizzontali. I lavoratori dell’ispettorato nazionale del lavoro, transitati dal ministero del lavoro nel 2017, non sono stati ricompresi nel Dpcm di ripartizione delle somme destinate alla perequazione delle indennità di amministrazione del personale dei ministeri. I dipendenti dell’ispettorato del lavoro sono inquadrati nel comparto funzioni centrali, dove sono inseriti tutti i ministeri. Per tale ragione finora hanno percepito la stessa indennità di amministrazione”.
Ne deriva, quindi, una contraddizione: “Da una parte si grida a gran voce l’importante lavoro di prevenzione e tutela della salute sui luoghi di lavoro, svolto egregiamente dagli ispettori, e dall’altra parte “ci si dimentica” di fornire risorse umane e finanziarie necessarie al potenziamento delle azioni di contrasto delle irregolarità in ambito lavoristico sul territorio”. Gli ispettori del lavoro hanno mansioni ben precise: verificano la sussistenza dei requisiti di sicurezza sul lavoro nei cantieri e, dallo scorso dicembre, più generalmente in qualsiasi posto di lavoro. “Andiamo in cantiere e vediamo le condizioni di sicurezza emettendo prescrizioni penali in caso di violazioni”, spiega uno di loro. Pertanto gli operatori fanno sapere che non si fermeranno qui e sono già in programma altre mobilitazioni per chiedere ciò che legittimamente spetta alla categoria.
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