Michele “Michael” Bucuzzo, prima vittima italo-americana della “Grande Guerra”, era di origini molisane

289

La madre, Lucia Rosa Colarusso, era nata a Frosolone. La foto di “Mamma Rosa”, in ginocchio dinanzi alla tomba del figlio, commosse gli interi Stati Uniti

mamma rosaFROSOLONE (IS) – Lucia Rosa Colarusso nacque a Frosolone (ora provincia di Isernia) il 14 luglio del 1873 da Michele e Maria Colarusso. Nel 1896 emigrò per gli stati Uniti e nello stesso anno sposò Gennaro “James” Bucuzzo nato nel 1877 a Grottaminarda (AV).

I due, Gennaro e Lucia, ebbero ben 10 figli: Mary, Patrick, Anna, Susie, Rocco, Jennie, Lena e due altri bambini morti in tenerissima età. Ma il primo loro figlio fu Michael nato nel 1899.

Quando gli Stati Uniti decisero di entrare in Guerra (6 aprile del 1917), Michael pur giovanissimo fu inquadrato nella 2a Divisione, 23 ° Reggimento di Fanteria (2nd Division, 23rd Infantry Regiment) ed inviato in zona di guerra, come Caporale, in Europa.

Poi, nel settembre del 1918, gli Americani sferrarono l’offensiva della Mosa-Argonne e il giovane Michael si trovò in prima linea. Successivamente fu inviato, con la sua Divisione, a nord-est di Reims per partecipare a quella che è ricordata come la “Battle of Blanc Mont Ridge ».

E il 3 ottobre, durante il primo e più cruento scontro, all’attacco della trincea nemica Michael, offertosi volontario con altri commilitoni, cadde colpito mortalmente. A lui andarono come riconoscimento la « World War I Victory Medal” e la “Purple Heart”. Il coraggioso Michael Bucuzzo fu, purtroppo, la prima vittima italo-americana della « Grande Guerra ».

Nel 1934 gli Stati Uniti favoriro la visita al Cimitero « Flanders Field” dove riposavano i caduti americani della Prima Guerra Mondiale, da parte dei famigliari. Solo allora “Mamma Rosa” potè, idealmente, dopo tanti anni riabbracciare il figlio. Rosa si inginocchiò sulla tomba del figlio, depose dei fiori con la bandiera americana e rimase lungamente assorta e piangente in preghiera.

La foto della mamma molisana (ripresa dal libro “Italians in Haverhill) all’epoca fu diffusa dai giornali e commosse gli interi Stati Uniti.

A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”