TERMOLI – Con le parole del brano di Koliba Keita del Senegal si è aperta la seconda serata dell’Aut Aut Festival, rassegna dedicata agli autori ideata e realizzata dal Comune di Termoli.
Veniamo da lontano
Siamo i predatori del succo della vita.
Siamo quelli che non chiedono mai perdono, ma sanno far uso della parola scusa se sbagliano.
Siamo quelli che anche se cadono sanno restare poco a terra perché il loro motto è sempre in piedi
e sempre avanti.
Siamo quelli con una sola faccia e che se ne sbattono se viene amata oppure odiata.
Siamo quelli di una sola versione perché la strada che conviene non la percorreranno mai.
Siamo i predatori di un cammino fatto a modo nostro ma nella più profonda delle verità.
Siamo i migranti! (Koliba Keita)
Migrastorie, questo il titolo della serata e titolo del progetto portato sul palco dall’associazione ‘InFormare’. Un progetto contro il razzismo e contro i pregiudizi e gli stereotipi che gravano sui migranti realizzato da Giuseppe Vaccaro, Sara Fauzia, Roberta Morrone, Fernanda Pugliese. Ieri i migranti dei centri di accoglienza di Campomarino, Petacciato, Montecilfone e Portocannone Koliba Keita, Bertaud Dakin, Alassani Ridwane, Osagie Igiebor, Morgan Esosa Barry, Ibrahim Drammeh, Emmanuel Njewa Makouaper una notte sono stati ‘semplicemente’ autori; ragazzi capaci di esprimere in italiano (sono tutti in Italia da meno di un anno) pensieri e sentimenti legati ai temi del viaggio, della nostalgia, dell’amore, della casa.
Pensieri messi in versi o in prosa o anche cantati e sussurrati come a voler riafferrare un ricordo lontano legato alla famiglia e alla terra d’origine. Migrastorie è stato anche la condivisione di un viaggio all’inferno nelle mani di sfruttatori senza pietà, la testimonianza di una tragedia costante, l’incredulità di possedere ancora e nonostante tutto, il bene più prezioso: la vita.
L’atmosfera di ascolto che si è creata ancora una volta nella piazzetta soprastante la Scalinata del Folklore, spazio scelto dall’Amministrazione comunale per accogliere gli autori dell’Aut Aut Festival, ha coinvolto intimamente il pubblico numeroso, al punto che in tanti hanno mostrato trasporto e commozione fino alle lacrime.
Ai brani degli autori si è alternata la lettura, da parte della scrittrice Ida Di Ianni di brani legati ai temi del viaggio e della nostalgia tratti dall’Odissea e da ‘Novecento’ di Alessandro Baricco mentre l’artista Chiara Scarpone, con il suono della chitarra e della sua voce, ha contribuito ad arricchire l’evento con brani legati ai temi dello spettacolo.
Al termine dello spettacolo, come a voler invitare i presenti ad una ulteriore riflessione, gli autori hanno gettato biglietti di carta contenenti frasi tratte dai loro testi.
Come ormai di consueto, prima di salutare il pubblico, la curatrice dell’Aut Aut Festival, Valentina Fauzia, ha chiesto agli autori di dare un aut aut volto a migliorare la vita di ognuno; questo l’aut aut di Migrastorie: “O impariamo a conoscerci meglio in quanto abitanti dello stesso pianeta o diventeremo sempre più poveri di diversità. Cominciamo a cambiare, iniziando dalle parole”.
Migrastorie in autunno diventerà un libro edito dalla Volturnia Edizioni e conterrà tutti i brani scritti dagli autori migranti.