Ambiente

Modifica dello status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, Coldiretti: “Bene così”

CAMPOBASSO – Gli attacchi dei lupi causano ogni anno la morte di migliaia di pecore, capre, mucche, asini e cavalli con stragi negli allevamenti sempre più frequenti che stanno portando al collasso gli allevamenti delle zone interne e montane. Il grido d’allarme arriva da Coldiretti Molise che nel commentare l’approvazione da parte del Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti) del progetto di decisione del Consiglio che propone la modifica dello status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, ponendo le basi per una conseguente modifica anche della Direttiva Habitat a livello Ue, pone un interrogativo: era proprio necessario dover giungere a ciò?

“Una decisione – osserva Coldiretti Molise – che risponde alla esigenza di una gestione più attenta delle concentrazioni critiche di lupi sui territori ma che al contempo stupisce sia stata presa a livello europeo quando da anni si denuncia l’entità del problema a livello locale e nazionale”. Il problema delle aggressioni dei lupi ai danni di allevamenti è molto sentito in Molise dove questo predatore è tornato a popolare vaste aree della nostra regione, non solo montane, in quanto questi animali scendono dalle montagne inseguendo le loro prede, come i cinghiali, e pericolosamente si avvicinano sempre più ai centri abitati, come certificano numerose immagini fotografiche.

Oltre ai numerosi avvistamenti che vengono comunicati frequentemente dagli agricoltori e le numerose predazioni di cani domestici, emblematico è il caso, verificatosi alcuni mesi fa in contrada Feudo, alle porte di Campobasso, quando un nostro allevatore ha subito la perdita di 13 pecore, sbranate dai lupi che sono riusciti ad entrare nella stalla, posizionata a pochi metri dall’abitazione, scavalcando la recinzione in ferro posta a difesa degli animali. Un episodio, purtroppo non isolato, che deve far riflettere anche sulla pericolosità di questi selvatici perfino per l’uomo.

Dal punto di vista economico, oltre a fare la conta dei danni diretti, relativi alla perdita degli animali uccisi (il valore commerciale di una pecora è superiore alle 200 euro mentre quello di un agnello è di circa 100 euro) gli allevatori subiscono anche un danno indiretto in quanto lo stress subito dagli animali “superstiti” provoca drastiche riduzioni della produzione di latte, fattore questo che fa lievitare enormemente i danni. “Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, da parte dei pastori e degli allevatori – afferma il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – che con coraggio continuano a presidiare montagne e campagne preservando questi territori dal rischio di degrado e spopolamento”.

Per questo Coldiretti Molise ritiene necessario, e non più procrastinabile, un censimento della specie, ponendo in essere ogni utile azione per individuare e tutelare il “vero” lupo, distinguendolo dagli ibridi o dai cani inselvatichiti, che rischiano di farlo scomparire del tutto, così come è praticamente scomparso il “vero” cinghiale originario italiano. Sono essenziali, conclude l’organizzazione, misure di contenimento per non far morire i pascoli e costringere ancora alla fuga centinaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l’allevamento risulta essere l’unica attività praticabile, ma anche tanti giovani che faticosamente e coraggiosamente sono tornati in campagna”.

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