Musica originale, quindi, e qualche speciale arrangiamento di classici del rock, una singolare “Fusion” dal sapore “contemporary” caratterizzata da influenze folkloriche di origine latina (dalla tarantella, al flamenco, al samba e al montuno), nord europea e dalla musica colta europea, eseguita con energia tipica del rock’n’roll e da alcune “superstars” della musica mondiale, tutte di stanza nell’area di Los Angeles.
Prevista anche una tappa in Molise, il prossimo 5 agosto all’Eddie Lang Jazz Festival di Monteroduni.
Al pianoforte Otmaro Ruiz, straordinario virtuoso, pianista nella band di Arturo Sandoval, Gino Vannelli, Alain Caron e vincitore di un Grammy Award come direttore musicale di Dianne Reeves e nominato al Grammy 2016 per il suo album “Lado B”.
Alla batteria Marvin Smitty Smith, collaboratore di Sonny Rollins, Sting, Dave Holland, Steve Coleman e tantissimi altri, maestro sia della tradizione che dei nuovi linguaggi hip hop.
Ai sax Manuel Trabucco, giovane promessa italiana, dal suono emozionante e dal fraseggio moderno, che nonostante la giovane età si e già esibito al fianco di Bob Mintzer, Hiram Bullock, Mike Stern, sempre distinguendosi per l’originalità della sua voce solistica e maestria sia al sax soprano che all’alto e al tenore.
Alla chitarra il giovanissimo straordinario Christian Mascetta, vincitore nel 2016 del concorso “C. Bettinardi” del Festival di Piacenza Jazz e del Festival dei Conservatori Italiani dimostrando di essere irrimediabilmente un predestinato nel panorama jazzistico internazionale.
Nel 2017 la band si è esibita al Namm Bass bash, un festival che ospita ogni anno il meglio dei bassisti a disposizione nei giorni della più grande fiera di strumenti Musicali del Mondo.
Negli anni in questo festival si sono esibiti Alain Caron, Frank Gambale, Hadrien Feraud, Gerald Veasley, Victor Wooten, Andrew Gouche, Bakhiti Kumalo e tantissimi altri musicisti leggendari, solisti o session men.
Nel 2017 Maurizio Rolli and California Dream band sono stati l’unica band ad avere una standing ovation dal pubblico del teatro in virtù di una musica che si basava, per una volta, non sul funk o sul jazz, ma su ritmi tipici delle tradizioni latine altre come tango, buleria, Tanguillo, Solea ma anche samba o un pizzico di swing o di cueca uniti ad una solida idea armonica con radici nella tradizione colta europea del 900 e un senso melodico tipicamente italiano.
Il risultato è una musica fresca, nuova, mai ovvia, con sorprese sempre dietro l’angolo che risvegliano memorie sopite di tradizioni spesso soffocate nella moderna musica di consumo, il tutto condito dal virtuosismo e dal suono emozionante dei componenti.
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