Mostra Nanda Vigo a Termoli: dal 20 maggio riprende l’esposizione

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Dal titolo Nanda Vigo Light Project 2020 la mostra a cura di Laura Cherubini e realizzata in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo inaugurata lo scorso 29 febbraio e chiusa subito dopo

TERMOLI – Il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli si unisce al dolore dei familiari e dei collaboratori di Nanda Vigo per la perdita della grande artista, scomparsa lo scorso 17 maggio a Milano all’età di 83 anni.

Il prossimo mercoledì 20 maggio il Museo riaprirà Nanda Vigo Light Project 2020, la mostra a cura di Laura Cherubini e realizzata in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo inaugurata lo scorso 29 febbraio e chiusa subito dopo, ultimo progetto espositivo realizzato dall’artista in prima persona.

Ripercorrendo alcuni punti salienti della ricerca di Nanda Vigo dagli anni Settanta a oggi, la mostra celebra una delle figure italiane più importanti della sua generazione – pioniera della sperimentazione tra arte, architettura e design – inserendosi nel percorso di studio e valorizzazione della collezione permanente e della storia del Premio Termoli attivato dal MACTE sin dalla sua apertura.

Nanda Vigo vinse il Premio Termoli nel 1976 con l’opera Sintagma, realizzata in vetro, specchio e neon; il cui titolo – dal greco σύνταγμα, propriamente «composizione, ordinamento» – si riferisce al termine coniato da Ferdinand de Saussure per definire “la combinazione di due o più elementi linguistici linearmente ordinati”. Quarantaquattro anni dopo quest’opera torna protagonista, nella sua indivisibilità di significato, come chiave interpretativa dell’intera esposizione. I lavori in mostra, infatti, da un lato sono disposti secondo un disegno espositivo unitario e attento all’architettura del museo – cifra distintiva degli allestimenti della Vigo – dall’altro dimostrano la relazione tra due gruppi di opere collegati anche dal punto di vista linguistico il cui comun denominatore è la luce.

Il primo gruppo di opere è costituito da lavori definiti Trigger of the space (“innescatori di spazio”) – tra cui lo stesso Sintagma (1976) – che l’artista ha realizzato a partire dagli anni Settanta a oggi, in un’incessante ricerca di “nuovo spazio” e “nuovo tempo”. Si tratta di vere e proprie sculture di luce e riflessioni speculari composte da due elementi distinti ma inseparabili: trampolini verso nuovi mondi, porte di accesso all’universo immenso e sconosciuto, ma totalmente interconnesso che Nanda Vigo ha ricercato in tutta la sua produzione artistica.

Il secondo gruppo comprende, tra le altre, l’opera Light Progressions, Trilogy: Omaggio a Gio Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni (1993). Realizzata in vetro e neon, è un omaggio a due artisti e un architetto, due compagni di viaggio nel lavoro e uno nella vita: tre uomini capaci di comporre un unico sintagma nella vita di Nanda Vigo.

Nanda Vigo Light Project 2020 fonde le opere in un racconto unitario: lo spazio buio della sala circolare del MACTE – illuminato esclusivamente dalla luce delle opere – immerge il visitatore in un viaggio attraverso l’universo dell’artista, fatto di vita e di ricerca, di esperienza e aspirazioni alla conoscenza.

CHI É NANDA VIGO

Nanda Vigo (Milano, 1936 – 2020) si laurea all’Institute Polytechnique di Lausanne. Dal 1959 inizia ad esporre le sue opere in gallerie e musei in Europa e in Italia; prende parte al Gruppo Zero, con cui espone tutt’ora, oltre alle collaborazioni con Gio Ponti e Lucio Fontana. Nel 1965 cura la leggendaria mostra “ZERO avantgarde” nello studio di Lucio Fontana a Milano. Nella sua attività Vigo opera con un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura, ambiente, è impegnata in molteplici progetti sia nella sua veste di architetto che di designer che di artista. Quello che contraddistingue la sua vivace carriera è l’attenzione e la ricerca dell’Arte, che la spinge ad aprire collaborazioni con i personaggi più significativi del nostro tempo ed a intraprendere sempre progetti volti alla valorizzazione dell’Arte come la mostra “ITALIAN ZERO & avantgarde 60’s” al MAMM Museum di Mosca nel 2011. Nel 2014/2015 espone al Guggenheim Museum di New York, al Martin-Gropius-Bau di Berlino e allo Stedelijk Museum di Amsterdam nelle retrospettive dedicate a ZERO. Tra il 2013 e l’inizio del 2016 realizza diverse personali: “Nanda Vigo Lights Forever”, Galleria Allegra Ravizza, Lugano, “Affinità elette” al Centro San Fedele di Milano e in seguito alla Fondazione Lercaro di Bologna, “Zero in the mirror” alla Galleria Volker Dhiel di Berlino, oltre a quella più recente “Nanda Vigo” alla galleria Sperone Westwater di New York. Ha partecipato alla XXI Triennale (21st Century. Design After Design) e nel 2016 ha presentato la sua prima opera monumentale, “Exoteric Gate”, esposta nel cortile Ca’ Granda dell’Università degli Studi di Milano. Nel 2017 partecipa alla mostra “Fantasy access code” a Palazzo Reale di Milano e al K11 Museum di Shanghai in collaborazione con Alcantara, a “Socle du Monde, Biennale 2017” all’Heart Museum di Herning in Danimarca e alla mostra “Lucio Fontana. Ambienti/ Environment” a Pirelli Hangar Bicocca, Milano. Nel 2018 realizza per il Maxxi di Roma in collaborazione con Alcantara la mostra “Arch/arcology” e inaugura la mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano dal titolo “Sky Tracks” e “Global Chronotopic Experience” nello Spazio San Celso di Milano e le mostre collettive “Welt ohne Außen – Immersive Spaces since the 1960s” al Martin-Gropius-Bau di Berlino, “Zero” MONA Museum di Hobart in Tasmania, “Multiforms” a Palazzo Rocca Contarini Corfù di Venezia, “Opere aperte – 1955-1975” alla Fundació Catalunya La Pedrera di Barcellona e “100% Italia” al Museo Ettore Fico di Torino. Nel 2019 inaugura la mostra personale “Nanda Vigo – Light Project” a Palazzo Reale, Milano, e le collettive “Object of desire: Surrealism and Design”, Vitra Design Museum, Weil am Rhein e “Mondo Mendini — The World of Alessandro Mendini”, Groninger Museum, Groninger.