MONTENERO DI BISACCIA – L’Università delle Tre Età di Montenero organizza per sabato 4 maggio alle 18:30, nella Sala Consiliare di Piazza della Libertà, la presentazione dell’ultimo libro del giornalista Giovanni Mancinone, dall’eloquente titolo “Mostri. Quando non c’è più l’amore” (Rubbettino, 2023).
Mancinone ha scritto per l’Unità, Paese Sera, Rassegna Sindacale e Il Tempo per poi entrare in Rai, dove ha ricoperto il ruolo di vicecaporedattore nella redazione della Tgr del Molise, firmando centinaia di servizi per il Tg1, il Tg2, il Tg3, Rainews24, Gr1 e Gr2.
Dopo questa pluridecennale carriera dedicata in prevalenza alla cronaca giudiziaria e ai temi sociali, si è dedicato alla scrittura di libri-inchiesta e ha raccolto in questa sua ultima opera “dieci storie di violenze, omicidi e tradimenti”, come descritto in copertina, ripercorrendo altrettanti episodi di delitti coniugali avvenuti in Molise o in qualche modo collegati al nostro territorio.
L’incontro sarà occasione per ragionare violenza di genere, amore tossico, sopraffazione. Per questo affiancheranno l’autore figure professionali che si occupano di queste e altre tematiche sotto diversi profili: l’avvocata Valeria Cacchione, vicepresidente del Comitato Pari opportunità dell’Ordine di Larino, tesoriera Aiaf (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e i minori) e socia fondatrice de “La casa dei diritti”; il dottor Francesco Basilico, psicologo clinico, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e sessuologo clinico.
L’incontro sarà aperto da saluti istituzionali e moderato dalla giornalista Valentina Gentile del Consiglio direttivo UniTre di Montenero. L’evento è gratuito e aperto a tutti.
Dalla quarta di copertina:
“Dieci capitoli, undici vittime. Le cronache raccontate in questo libro hanno in comune territori dove apparentemente il vivere è quieto e tutto è vicino. E vicini, troppo vicini sono gli assassini: tutti maschi. In comune tra le storie raccolte, indagate e raccontate da Giovanni Mancinone c’è anche un altro elemento. Si poteva evitare. Bastava dire, non nascondere, non aspettare. In alcuni
casi, ci sono colpe pubbliche. In tutti, segreti privati, nascosti per la paura di rompere la patina del quieto vivere”.