Gli autori pongono al centro della propria ricerca la tradizionale Corsa dei Carri che, nella cittadina basso molisana di Ururi, si tiene ogni anno il giorno del tre maggio in onore del SS. Legno della Croce.
Si vuole narrare della Carrese di Ururi partendo dalle sue origini per arrivare ad evidenziarne le peculiarità, fortemente influenzate dalla cultura arbëreshë del posto. A tal proposito, basti pensare alla notevole quantità di canti popolari albanesi che la tradizionale Corsa dei carri ha ispirato negli anni, dei quali una parte è riportata fedelmente anche nella raccolta.
Il lettore ha la possibilità di conoscere appieno gli aspetti più rilevanti in merito alla festa, attraverso una minuziosa raccolta di fonti storiche e religiose, nonché di attendibili testimonianze dirette sulla nascita e lo sviluppo di una tradizione tanto amata quanto controversa. Si cercherà di dare voce ad emozioni viscerali che una simile festa fa scaturire nell’animo dei suoi sostenitori, provando a descrivere gli attimi di pura adrenalina che precedono la partenza, sino all’esplosione dei colori ed al clangore della folla all’arrivo dei carri.
L’intento sottostante l’opera, il fil rouge dell’intera raccolta mira a restituire alla Carrese di Ururi una dignità tanto storica quanto antropologica, senza tralasciare un aspetto non meno importante legato alla dimensione sociale. Nello specifico, partendo dalla forte connotazione sociale di una festa inclusiva come la Carrese, si tentano di spiegare le ragioni per le quali una simile tradizione debba essere tutelata e salvaguardata con ogni mezzo, affinché sia garantita al contempo la sopravvivenza di centri urbani di piccole dimensioni come quello ururese.
Il lettore non può che essere travolto dalla dinamicità della narrazione, finendo presto per amare il popolo della Carrese e riconoscendone un profondo attaccamento verso gli animali che in tale festa divengono protagonisti. Non si può negare, infatti, la straordinaria sinergia che quotidianamente lega gli “uomini di carri” ai loro buoi e cavalli, senza i quali la corsa non esisterebbe.
Verrà poi dedicata un’ampia sezione alla questione di genere incentrata sull’evoluzione del ruolo della donna arbëreshë all’interno delle dinamiche della Carrese: partendo da una posizione del tutto marginale intorno agli ultimi decenni dell’800, la donna ururese ha recentemente assunto incarichi gestionali via via più rilevanti, di fatto occupandosi di buona parte dell’organizzazione delle associazioni carristiche.
Benché della Carrese tutti conoscano le dinamiche ed i suoi connotati più eclatanti, nel libro di Pietro Dilorenzo ed Enrichetta Glave si tenterà di raccogliere quanto ereditato sinora dalla tradizione orale del passato per lasciarne finalmente memoria scritta, confidando che le generazioni future possano scriverne un nuovo entusiasmante capitolo.
Si vuole costituire un manuale fruibile da chiunque, affinché emergano le grandi potenzialità di questa festa in termini di tutela del patrimonio immateriale costituito dalla tradizione nonché di sviluppo del tessuto urbano, commerciale e turistico dei luoghi interessati.
Alla presentazione del libro prenderanno parte il Sindaco di Ururi, l’avv. Laura Greco, l’Assessore con delega alla cultura, Rosaria Occhionero, il Parroco Don Michele Di Legge, l’editore The Freak, nonché il Presidente della Regione Donato Toma ed il Tutore delle Carresi in Molise, Pasquale Di Bello. Seguiranno intermezzi musicali da parte dell’associazione musicale ururese “Yllazët të rëgjënda” per intonare alcuni dei canti albanesi più popolari sulla Corsa dei carri.
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