ROMA – Un successo oltre ogni previsione per il corso di formazione dal titolo “La tracciabilità assoluta del flusso dei rifiuti: un criterio fondamentale per una corretta gestione dei rifiuti e per evitare danni all’ambiente ed alla salute. Il ruolo del PolieCo nel controllo della tracciabilità dei rifiuti plastici”, primo appuntamento nazionale per il nuovo ciclo omonimo promosso dalla Fondazione Santa Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente, in collaborazione con Diritto all’ambiente – Edizioni ed il sostegno del Consorzio PolieCo e della Federazione Green Economy.
Oltre 170 partecipanti hanno seguito i lavori del seminario presso la sala convegni di Palazzo Santa Chiara, a Roma: una platea composita formata dai rappresentanti delle Forze di Polizia Giudiziaria delle regioni Molise, Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria e Campania che hanno funzioni di controllo nella gestione dei rifiuti, ma anche rappresentanti di aziende consorziate PolieCo che possono comunque contribuire a contrastare il sistema illegale della gestione dei rifiuti.
“Questo nuovo ciclo seminariale prosegue nel solco tracciato negli ultimi anni insieme allo straordinario magistrato Maurizio Santoloci, purtroppo recentemente scomparso – ha affermato in apertura dei lavori il presidente del PolieCo Enrico Bobbio – raccogliendo il testimone della sua passione e delle sue idee, continueremo sempre più determinati nell’attività di contrasto agli eco criminali”.
Con lo scopo di promuovere attività che facciano emergere la “zona grigia” dell’illegalità ambientale ed economica, PolieCo promuove corsi di formazione rivolti proprio a coloro che devono applicare la normativa ambientale.
“Ritengo che questo impegno sia necessario per contribuire ad una crescita della società indirizzata alla sostenibilità e allo sviluppo umano integrale – ha detto il direttore del PolieCo Claudia Salvestrini – solo la corretta osservanza della legge e i dovuti controlli sui rifiuti possono evitare le gravi ripercussioni legate alle prassi illecite”.
“È difficile occuparsi della normativa ambientale nel Paese delle sub eccezioni e delle complicanze burocratiche, ma bisogna farlo – ha osservato il docente di diritto penale dell’ambiente presso l’Università la Sapienza di Roma, Gianfranco Amendola – corsi come questo servono proprio a promuovere conoscenza ed approfondimento della materia per gli addetti al settore”.
L’applicazione della normativa assume un significato ancor più rilevante perché, come ha sottolineato il magistrato sostituto procuratore della Dda di Bari, Roberto Rossi, “affrontare il tema del traffico illecito dei rifiuti significa innanzitutto affrontare il tema della salute e dei danni arrecati all’economia legale”.
Accanto ai relatori Salvestrini, Rossi e Amendola, sono intervenute anche le esperte giuriste Valentina Vattani e Valentina Santoloci.
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