Restituzione in musica di un intero universo poetico ed antropologico realizzata all’insegna di quelle grida di ragazzi che spesso irrompono nelle pagine ciresiane
REGIONE – Figura centrale nella storia culturale del Molise, Eugenio Cirese ha dedicato alla sua terra gran parte della propria opera, sostenuta dalla solidale partecipazione alla causa dei contadini dei quali raccoglie, con grande perizia filologica, anche le voci e i canti: tuttora insuperata, per quanto irreperibile, la sua raccolta Canti popolari del Molise, del 1953. Alla sua opera si è accostato ora Giuseppe “Spedino” Moffa che, figlio della stessa terra, ne ha colto appieno la ricchezza tematica e l’estrema vivacità linguistica ed espressiva. Trasponendone in musica alcune delle pagine più significative, ne ha evidenziato anche la sorprendente attualità nel cd-book Uauà, Un omaggio in musica a Eugenio Cirese (Squilibri editore), in uscita il 9 dicembre.
Come già nelle pagine di Cirese, anche nei brani di Moffa si avverte così l’eco della vita quotidiana dei paesi molisani, in virtù della stessa adesione sentimentale alla causa di quei “ceti subalterni” che costellano la biografia intellettuale del ricercatore e poeta che, per la modernità del suo approccio al mondo popolare, si era guadagnato la stima di Pier Paolo Pasolini. Dal brano di apertura, Pagliara, alla ripresa dei canti arbëresh, l’album segue in realtà un insieme di riferimenti storici e culturali che non potevano non estendersi anche al figlio di Cirese, Alberto Mario, tra i fondatori della moderna ricerca antropologica: è lui a condurre nel 1954, assieme a Diego Carpitella, le prime ricerche sul campo sul rito della Pagliara, nel paese natale del padre, Fossalto, e sui canti delle vicine comunità albanofone. Canzoni d’atre tiempe, riproposto in parte con la voce dello stesso Cirese, rivela invece un aspetto meno noto della sua complessa attività, potendosi ritenere un antesignano della cosiddetta canzone d’autore avendone composto testo e musica. Camina e Repuote, con il testo poetico accompagnato dalle invenzioni musicali di Moffa, indicano invece il carattere complementare di questo incontro che trova il suo coronamento nelle musiche composte dal musicista molisano per alcuni di quei testi tradizionali raccolti e studiati dal suo illustre conterraneo già nel 1953.
Nella comune appartenenza a una stessa cultura e tradizione, del resto, si trovano le ragioni più profonde di un incontro inscritto per molti versi nella formazione stessa di Giuseppe “Spedino” Moffa, a sua volta studioso delle tradizioni musicali molisane, compositore, polistrumentista e cantautore, indissolubilmente legato alla sua terra, anche quando sembra volersene distaccare, abbandonando l’uso del dialetto. Non stupisce pertanto che abbia voluto rinnovare la tensione utopica della ricerca ciresiana, fino a riprenderne anche il tentativo di costruire una koiné linguistica molisana attingendo alle forme etimologiche comuni tra i diversi paesi. Nella scelta di generi espressivi diffusi in gran parte della regione -sonetti d’amore, canti a dispetto, ninne nanne e canto dei mietitori- “Spedino” ha così fuso tra loro più varianti, allestendo, per ogni canzone, una sorta di versione ideale che potrebbe cantarsi in ogni paese del Molise.
Il CD-Book si configura pertanto come una brillante rivisitazione sonora di un intero universo poetico ed antropologico, realizzata senza alcuna rigidità filologica, sulla spinta di una disposizione fortemente creativa, e condotta gioiosamente all’insegna di quelle grida di ragazzi che spesso irrompono nelle pagine ciresiane: Uauà, per l’appunto.
Con introduzione di Antonio Fanelli, dipinti di Fulvio Trivisonno, un’iniziativa editoriale promossa dal Comune di Fossalto, finanziata dal GAL “Molise verso il 2000” e realizzata dall’impresa culturale JustMO.
Giuseppe Moffa,
Uauà. Omaggio in musica ad Eugenio Cirese
pp. 48, con CD, ISBN 9788885571693, € 20
1 Pagliara (maje maje) (4:47)
2 Canzone d’atre tiempe (5:27)
3 Vare vare (3:53)
4 Repuote (4:18)
5 Sunette d’amore (5:25)
6 E zëmra ime rri qet qet (4:42)
7 Ninna nònna (4:20)
8 Canzoni a dispetto (8:28)
9 Qifti (4:37)
10 Canto dei mietitori (5:46)
11 Camina (2:44)
Scritto e arrangiato da Giuseppe Moffa
Registrato da Francesco Santoro nel Monkey island studio di Campobasso
Missaggio e mastering Eugenio Vatta
Giuseppe Moffa voce, chitarra, zampogna
Marco Molino marimba, vibrafono e percussioni
Lorenzo Mastrogiuseppe basso elettrico
Manuel Petti fisarmonica
Domenico Ciaramella batteria
Voce (in 3, 6, 7, 9 e 10) Erika Petti
Voce (in 7) Vania Trivisonno
Voce Recitante (in 4 e 11) Giorgio Careccia
corno francese (in 2) Marco Zampogna
clarinetto (in 3, 6 e 9) Gabriele Coen
coro dei mietitori (in 10) Vania Trivisonno, Daria Tanno, Alessia D’Alessandro, Serena Minicucci, Dino Moffa, Antonello Virgilio, Giorgio Lombardi, Pietro Mignogna, Michele Testa
orchestra d’archi (in 2, 4, 5 e 7) Kalós ensemble, Orchestra da camera di Campobasso
Violini I Rocco Roggia**, Vittorio Fatica e Giuseppe Rossi
Violini II Francesca Messore*, Beatrice Petti e Francesca Donatone
Viole Lorenzo Marino* e Rossella Sebastiano
Violoncelli Antonio Iannetta* e Tiziano Baranello
** primo violino * prime parti