Attualità Molise

L’omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni del 7 aprile

CASTELPETROSO – “La Parola del Signore che ci è stata rivolta, ci racconta della risurrezione del figlio di una donna Sunammita e della risurrezione di Lazzaro. Lazzaro era malato e le sorelle, Marta e Maria, mandano a chiamare Gesù perché sperano possa guarire il loro fratello. Ma Gesù tarda, e Lazzaro muore, la speranza è delusa e Gesù solo dopo due giorni, con calma, va da loro. Non gli importava a Gesù, era indifferente, impotente e non voleva fare nulla, era lontano e rassegnato?

Viene rimproverato da Maria: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. Eppure, Gesù li amava e piange, i discepoli gli dicono che è nostro amico. Gesù sa quello che fa, vuole invitarli ad una speranza non solo umana ma che poggi sulla fede in Lui. Così per noi oggi, la speranza giubilare donerà Grazia e misericordia, serenità e gioia, se abbiamo fede, se passiamo attraverso la porta che è Cristo, e riconosciamo in lui Dio che ci salva, che ci permette di rinascere a vita nuova. La nostra speranza di vita cristiana, di salvezza delle nostre anime, di risurrezione come la Pasqua ormai vicina ci ricorda, ci è data da Cristo, non dal tempo che migliori, o che finiscano le guerre e ci sia pace, che l’economia non diventi arma politica perché si arricchisca e prevalga una nazione sull’altra per dominare paesi più piccoli e poveri.

La speranza umana sia anche tutto questo, chiediamolo a Dio, ma dobbiamo poggiare in Dio con fede, non magicamente come risolutore di problemi che dipendono dagli uomini, Egli è presente e vicino, dà speranza di risorgere, questo è il senso e il segno della risurrezione di Lazzaro che morirà comunque. Dio vuole dirci che interviene nella nostra vita, sempre, che non ci abbandona, è Pellegrino che ci avvicina e condivide e cammina con noi nel nostro pellegrinaggio, piange e soffre con noi, ma per aprirci alla speranza che non delude e di cui, voi, oggi, siete il segno visibile di quanto detto. Voi siete custodi e difensori della speranza, ne siete depositari, e quindi aprite alla possibilità di costruire futuro.

Qui, oggi, la speranza è avviare processi di rinascita da situazioni di povertà e difficoltà, non è solo attesa del futuro perché accada qualcosa, ma è realizzare la promessa futura di salvezza di Dio, ora, nell’oggi che mi è dato. La speranza giubilare non deluda le nostre aspettative di vita nella nostra storia, la gioia non sia solo da attendere, ma va cercata e ritrovata oggi nella vita quotidiana, per essere testimoni della speranza che altri attendono da noi. Oggi attraverso la porta che è Cristo, che mi è compagno di strada ritrovo la speranza, qualunque sia la condizione nella quale mi trovo, perché lui è il Pellegrino che mi viene incontro donandomi la Grazia e lo Spirito Santo che mi permettono di affrontare e superare ogni difficoltà.

La speranza allora diventa concreta per il vostro servizio quotidiano alla tutela, nell’aiuto e attenzione di sicurezza e difesa per tutti i cittadini, che, in voi credono, per poter credere nella possibilità di maggiore pace e serenità sociale. Voi siete testimoni dell’amore di Dio e operatori di fraternità come il Signore ci ha mostrato. Lo siete nella vocazione personale a cui siete chiamati, rivestendo ruoli istituzionali e indossando divise, segno del compito che vi è dato e a cui assolvete con la coerenza del dono di voi stessi in ogni situazione. Lo siete in ogni contesto in cui offrite il vostro servizio per umanizzare e rendere migliore il nostro mondo nella promozione e difesa della dignità di ognuno perché ciò permetta e ottenga la pace di tutti.

Quando la gente è prostrata e tende a disperarsi, per calamità naturali devastanti, per illegalità e corruzioni varie che subiscono, per fragilità e povertà di ogni tipo, che voi incontrate e da cui sollevate con il vostro aiuto, voi incarnate e siete la speranza di tanti per la vita che può rinascere. Voi date fiducia nel far fronte ad ogni difficoltà, incertezza di futuro, pericolo da evitare o superare con il coraggio e la forza che sapete ispirare e trasmettere. Il cammino giubilare va vissuto assieme, come oggi che siamo qui presenti, Chiesa e Stato, nel diverso e vario modo di essere al servizio degli altri con i quali porsi in cammino, da affiancare e sostenere ricordando che il Signore è compagno di noi tutti e questo è il motivo per cui la speranza non può deluderci.

La speranza che desideriamo, è invito a concretizzare nel Giubileo, con fede, l’amore di Dio che ci è donato, per una profonda e sincera conversione del cuore e dello spirito. Abbiamo anche noi bisogno, tutti, me incluso, di perdono, misericordia e aiuto di fronte alla tentazione di nostre reazioni stanche, esagerate o esasperate, a volte intolleranti e forti verso chi sbaglia o è fragile o insistente nel chiedere facili soluzioni o accoglienza. In questo vostro pellegrinaggio giubilare, affidandovi al Signore Gesù, con fede, lasciandovi guidare dallo Spirito Santo, affidandovi alla protezione della Madonna, voi siete punto di riferimento per la speranza di oggi e il futuro del domani.

Date speranza con il sostegno morale e spirituale alle aspettative di vita migliore, personale e sociale per realizzare il bene comune. Qui, nel Santuario di Castelpetroso, nel vostro Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e Sicurezza, come Chiesa Molisana, chiediamo al Signore e alla Madonna Addolorata, per voi e le vostre famiglie, di assistervi e proteggervi, di benedirvi nel vostro impegno a nostro favore, e nella preghiera, siamo certi, che in Cristo, anche la speranza umana di serenità e pace non sarà delusa. Grazie per la vostra presenza, unità e comunione nel Signore” è l’omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni di ieri 7 aprile nella Messa presso la Basilica Minore di Castelpetroso.

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Argomenti: Castelpetroso

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