Dentro e fuori tale manufatto in ferro pendono piccoli e grandi vasi di fiori per indicare che la speranza di salvezza del nostro pianeta sta nella gentilezza con cui dobbiamo trattare la natura. Il messaggio ecologico-filosofico-artistico è chiaro: dobbiamo liberare la Terra dalle catene che la imprigionano e da tutto ciò che è negativo anche per noi. Il maestro Angioletti cura tale “orto d’arte” assieme alla sua musa ispiratrice da una vita, la moglie Antenista Mastronardi, docente in pensione. Entrambi sono nonni di tre bei nipotini che rappresentano la loro continuità generazionale familiare ma anche il simbolo della migliore continuità del mondo e dell’umanità.
Qui e là, in mezzo ai solchi della piccola piantagione, l’orto evidenzia altri manufatti che ospitano in modo variegato altri fiori, in particolare girasoli, per indicare la necessità di curare armoniosamente e nella bellezza la terra ereditata dalle generazioni precedenti e che noi, invece, in pochi decenni abbiano oltraggiato con innumerevoli inquinamenti ed offese ambientali.
Tale orto d’arte è ben recintato per difenderlo soprattutto dai cinghiali che da parecchi anni ormai devastano le nostre campagne, senza che alcuno ponga rimedio. Chi proviene da Agnone (6 km di distanza) lo trova sulla destra proprio all’ingresso del borgo di Villacanale, accanto ad una storica fontana. Per effettuare la visita gratuita, guidata e motivata dallo stesso artista, bisogna prenotare a questi suoi due numeri telefonici: 0865-738087 e 373-7986237.
Inoltre, chi ha altro tempo da dedicare alle attrazioni del borgo può ammirare pure “A cartulin’e Napule” un’altra notevole creazione artistica di Gianni Angioletti, effigiata sulla parete della sua casa ed inaugurata nel luglio del 2018. Oltre ai murales realizzati da alcuni giovani artisti in anni precedenti, in Villacanale di Agnone è possibile ammirare (unitamente alla chiesa parrocchiale, al borgo stesso e alla Fonte Minaldo) pure la “Porta napoletana” sulla Via San Giocondino al numero civico 57 che mostra, incastonato in un portone in ferro battuto, due suggestivi panorami del Golfo di Napoli fatti in ceramica di Capodimonte, di cui Angioletti è maestro ed erede di generazioni familiari.
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